Si fa presto a dire sostenibilità ambientale: ma quali sono le imprese che possiamo considerare esempi da seguire? Nel blog di Green Marketing Italia vi proponiamo otto buone pratiche concrete da cui lasciarsi ispirare.

Di alcune imprese abbiamo già parlato, altre sono delle new entry sul nostro sito. Per quelle che si muovono a livello globale, il nostro riferimento nella scelta è stata la classifica annuale 2022 Global 100 di Corporate Knights.

1. Vestas Wind Systems: l’azienda più green al mondo

Cominciamo allora dall’impresa che Corporate Knights mette al primo posto tra gli esempi di sostenibilità ambientale. Vestas Wind Systems è la prima impresa a livello globale nel settore della produzione di turbine eoliche: quasi il 20% della capacità installata a nel mondo arriva da turbine Vestas.

La strategia di sostenibilità dell’azienda, con base in Danimarca, si chiama Sustainability in everything we do, ossia “Sostenibilità in tutto ciò che facciamo”. Un impegno costruito su quattro pilastri:

  • Riduzione delle emissioni di carbonio;
  • Transizione energetica verso fonti di energia sostenibile;
  • Economia circolare e riuso delle materie prime, dei rifiuti e dei materiali di risulta del processo produttivo;
  • Attenzione alle persone e iniziative di welfare interno ed esterno.

Tre dei quattro temi citati hanno a che fare direttamente con la sostenibilità ambientale. Ovviamente, l’azienda dà il suo contributo diretto attraverso i progetti che porta avanti: attualmente, ad esempio, sta realizzando un importante progetto di

Il traguardo da raggiungere, tuttavia, è più ambizioso: entro il 2030, infatti, Vestas Wind Systems vuole diminuire del 45% le emissioni di carbonio lungo tutta sua filiera di produzione e azzerare la produzione di rifiuti attraverso buone pratiche di economia circolare entro il 2040. Una sfida complessa, se pensiamo che tra i fornitori dell’impresa ci sono moltissime aziende che producono acciaio, con una quantità di emissioni altissima.

Il gigante dell’energia eolica, però, sta esplorando insieme ai propri fornitori nuove soluzioni per la decarbonizzazione della produzione di acciaio. Allo stesso modo, sta sperimentando progetti per promuovere la separazione dei materiali e il riciclo delle pale eoliche, unico componente non riciclabile delle turbine.

2. D’Orica: prove di sostenibilità nel settore orafo

D’Orica è un’azienda vicentina del settore orafo, molto conosciuta per le proprie buone pratiche di sostenibilità ambientale. L’impresa, a differenza di molte altre del comparto, ha iniziato a lavorare per ridurre il proprio impatto sul pianeta in tempi non sospetti, fin dagli anni ’80.

Oggi l’azienda è una dei pionieri, in un settore dove l’impatto ambientale dipende in larga parte dall’attività estrattiva di oro, gemme e minerali preziosi. A questo si aggiunge anche l’impatto ambientale del trasporto, con gli scompensi prodotti in termini di emissioni di CO2 e non solo.

Per mitigare le conseguenze della propria attività d’impresa sul pianeta, D’Orica agisce su più dimensioni:

  • Il 48% dell’energia necessaria ad alimentare le attività aziendali è prodotta da fonti rinnovabili. Gli investimenti nel fotovoltaico, inoltre, coprono il 30% dell’energia utilizzata.
  • L’impresa impiega materiali di riciclo o biodegradabili nelle diverse fasi di produzione. In più, il 74% dei rifiuti generati durante il ciclo produttivo è riciclabile.
  • Nell’ultimo anno, le politiche di sostenibilità adottate hanno permesso di ridurre di 147 tonnellate le emissioni di CO2 prodotte.

Della strategia per la sostenibilità ambientale di D’Orica abbiamo già parlato in Green Marketing Italia. Ricordiamo solo che l’impresa ha scelto di diventare Società Benefit e di certificarsi come B-Corp: un tassello in più sulla strada della sostenibilità globale.

3. Banco do Brasil: la finanza che guarda all’ambiente

Tra gli esempi di sostenibilità ambientale che si collocano da diversi anni nelle prime posizioni delle aziende più green a livello globale c’è Banco do Brasil.

Qui il discorso si fa più ampio, perché oltre alla tutela dell’ambiente, la politica di sostenibilità della banca abbraccia altre dimensioni, comprese la sostenibilità sociale e di governance. La società finanziaria, infatti, promuove progetti di formazione, accesso alle risorse digitali e inclusione lavorativa per le comunità più povere del Brasile.

Dal 2005 Banco do Brasil approva e sviluppa una strategia di sostenibilità chiamata BB 2030. Tra gli obiettivi che la banca si impegna a raggiungere, alcuni hanno una marcata valenza ambientale:

  • Finanziare business sostenibili: sostenere progetti di produzione di energia rinnovabile per 15 miliardi e progetti di agricoltura sostenibile per 125 miliardi entro il 2025.
  • Ridurre del 30% le proprie emissioni dirette di gas a effetto serra entro il 2030 e produrre il 90% del proprio fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili entro il 2024.
  • Stimolare gli investitori a finanziare progetti di sostenibilità, co-investendo direttamente 20 miliardi in fondi ESG entro il 2024.
  • Collaborare con associazioni e ONG che promuovono la tutela dell’ambiente in Brasile.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, la banca ha recentemente avviato un progetto che coinvolge anche ENEL Brasile: i risultati di questa iniziativa potranno essere misurati adeguatamente tra un paio d’anni.

4. Cantina Pizzolato: esempi di sostenibilità nel vino

L’ attenzione all’ambiente nel settore vitivinicolo è una tendenza in pieno sviluppo, in Italia e all’estero. Tra gli esempi di sostenibilità ambientale più concreti c’è anche la Cantina Pizzolato, in Veneto.

L’azienda coltiva vigneti certificati biologici e vegan e promuove progetti di sostenibilità in collaborazione con organizzazioni locali, enti di formazione e imprese. Tra le iniziative attivate:

  • Il progetto “Back to basic“, che diminuisce l’impatto ambientale della fase di confezionamento: bottiglie in vetro riciclato, rutilizzo dei tappi di sughero, etichette sostenibili al 79%.
  • Promozione di esperienze di turismo green ed educazione alla sostenibilità, lavorando con le scuole del territorio.
  • Investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili che coprono il 100% del fabbisogno della cantina e attuazione di pratiche di bioedilizia.

Per approfondire, rimandiamo all’articolo già pubblicato che parla delle buone pratiche di sostenibilità di Cantina Pizzolato. Come nota conclusiva, citiamo i risultati ottenuti dall’azienda nell’ultimo anno: 89 tonnellate di CO2 risparmiate, meno del 20% di imballaggi in plastica, una media di 40m2 d’acqua depurata al giorno.

5. Schneider Electric: l’energia che rispetta l’ambiente

Ai primi posti tra gli esempi di sostenibilità ambientale secondo la classifica di Corporate Knights c’è anche Schneider Electric, multinazionale che progetta e realizza soluzioni digitali e automatiche per l’efficienza energetica e l’ambiente. Nel 2021 l’azienda era addirittura al primo posto per performance green.

Anche in questo caso, come per Wind Energy System, la sostenibilità è direttamente collegata al tipo di business sviluppato dall’impresa. E, anche stavolta, a guidare gli investimenti in tema di sostenibilità c’è una strategia di medio periodo: il programma Schneider Sustainability Impact per il quinquennio 2021 – 2025.

Oltre alle iniziative per assicurare il benessere dei lavoratori, promuovere l’uguaglianza si genere, ricercare fornitori che applichino politiche virtuose e generare impatti positivi sulla comunità locale, c’è anche l’attenzione all’impatto ambientale. Che si sostanzia in diverse priorità, a cui corrispondono obiettivi misurabili da raggiungere entro il 2025:

  • Generare l’80% dei ricavi da prodotti, servizi e soluzioni ambientalmente sostenibili.
  • Far risparmiare ai clienti (o evitare loro di produrre) 800 megatonnellate di CO2.
  • Diminuire di metà la produzione di CO2 dei mille maggiori fornitori dell’azienda.
  • Incrementare l’uso di materie prime sostenibili nel processo produttivo e nei prodotti finiti.
  • Continuare a investire nel packaging green, eliminando le plastiche monouso e promuovendo l’utilizzo di cartone da riciclo.

Per monitorare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi, Schnieder Electric adotta una politica di comunicazione molto stringente. Ogni tre mesi, infatti, l’azienda pubblica il proprio rendiconto non finanziario: una pratica di trasparenza verso gli stakeholder, che dà conto in modo credibile delle politiche di sostenibilità attuate.

6. Favini: sostenibilità ambientale nel settore della carta

Torniamo in Veneto per parlare di una buona pratica di sostenibilità riconosciuta a livello internazionale: Favini, da sempre all’avanguardia nell‘industria della carta.

Una filiera complessa, quella della carta, che parte dall’approvvigionamento delle materie prime e arriva fino alla trasformazione. I temi collegati sono molti. Tra questi, citiamo:

Favini ha iniziato ad affrontare il problema fin dagli anni duemila, con la produzione di Algacarta: una carta prodotta dalle alghe raccolte nella laguna di Venezia. Oggi il catalogo dell’azienda veneta include sei tipi di carta realizzata con metodi produttivi rispettosi dell’ambiente, riutilizzando sottoprodotti o materiali di scarto. Per alcune linee produttive, inoltre, l’impresa ha deciso di impiegare come materia prima fibre non provenienti da alberi, come ad esempio le biomasse o gli scarti della produzione del bambù.

Da quando Favini ha iniziato a monitorare annualmente le proprie performance ambientali, nel 2009, i risultati raggiunti raccontano una storia di progresso e ricerca. La quantità di fanghi, oli e materiale assorbente gestita in discarica, ad esempio, è diminuita del 50%, mentre il riciclo dei rifiuti è aumentato di quasi il 40%.

Le politiche di sostenibilità ambientale di Favini, inoltre, comprendono anche altri ambiti dell’attività aziendale: il benessere dei dipendenti, ad esempio, o le politiche per la parità di genere. Ancora una volta, un’impresa virtuosa agisce secondo i principi della sostenibilità a più dimensioni.

7. Levissima e il progetto Regeneration

Tra le aziende italiane più attive in tema di sostenibilità ambientale c’è anche Levissima. Coerentemente con la propria attività produttiva, fin dall’inizio l’azienda si è concentrata su un tema specifico: la tutela delle risorse idriche.

Tra le iniziative a cui l’impresa ha contribuito:

  • Un ampio programma di investimenti sostenibili e iniziative per l’ambiente e la comunità in Valtellina, la zona dove sgorga e viene imbottigliata l’acqua Levissima.
  • La costruzione di un rifugio interamente sostenibile a 3000 metri, sulla cima dello Stelvio.
  • Iniziative di ricerca e mappatura dei ghiacciai, in collaborazione con importanti università italiane ed europee.

Negli anni l’impegno dell’azienda per la sostenibilità si è esteso, per tematiche affrontate e per ampiezza. Ѐ nato così il Progetto Regeneration, che promuove l’educazione ambientale attraverso campagne di comunicazione mirate. Tra i mezzi utilizzati, anche l’organizzazione o la sponsorizzazione di eventi sportivi: come la Generali Milano Marathon, durante la quale sono state raccolte 7 tonnellate di plastica e lattine.

Con l’equivalente in valore delle bottiglie riciclate Levissima ha anche promosso progetti per la comunità locale: come la realizzazione di un percorso – vita all’interno del Parco Sempione, a Milano. Una parte delle bottiglie raccolte ha permesso anche di realizzare una giacca sportiva prodotta interamente con bottiglie riciclate, come progetto pilota in tema di ricerca e sviluppo tecnologico.

Tutti i risultati ottenuti grazie agli investimenti effettuati sono presentati nel bilancio di sostenibilità del Gruppo Sanpellegrino, a cui il brand Levissima appartiene.

8. Puma tra gli esempi di sostenibilità ambientale per l’abbigliamento sportivo

A sorpresa, ma no troppo, tra gli esempi di sostenibilità ambientale a livello globale c’è anche Puma, brand leader nel settore dell’abbigliamento sportivo. In realtà l’azienda ha già un lunga esperienza per quanto riguarda le politiche green: la prima strategia per la sostenibilità di Puma risale alla fine degli anni ’90.

Oggi, in un contesto in cui la sostenibilità nella moda presenta un quadro non del tutto positivo, Puma prova ad invertire la tendenza. Lavorando su ricerca, materie prime, catena di fornitura con il piano 10FOR25: dieci obiettivi da raggiungere entro il 2025.

Tra le azioni da sviluppare, che sono l’attuazione concreta degli obiettivi previsti:

  • Assicurare che il 100% dei prodotti puma siano sicuri da utilizzare: obiettivo già raggiunto fin dal 2020;
  • Ridurre l’uso delle sostanze soggette a restrizioni (RSL) a meno dell’1%;
  • Ridurre l’utilizzo di solventi organici a meno di 10 gr per paio di scarpe;
  • Raggiungere la conformità al 90% con le direttive del programma ZDHC per l’annullamento degli scarichi di sostanze pericolose in aria e acqua;
  • Allineare le attività di Puma a quanto previsto dalle politiche per il contenimento del riscaldamento globale a 1,5°C;
  • Produrre il 100% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili: obiettivo già raggiunto;
  • Eliminare le borse di plastica da tutti gli store Puma a livello globale;
  • Aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo sui materiali sostenibili, come la plastica biodegradabile e i tessuti tecnici alternativi.
  • Acquistare il 100% di polyestere, cotone, piuma e pelle da fornitori certificati: obiettivo raggiunto per due materiali su quattro.

Un elenco lungo che potrebbe continuare, e che dimostra come Puma stia investendo per rendere il concetto di sostenibilità concreto su più dimensioni.

Gli esempi di sostenibilità ambientale sono molti di più, in Italia e all’estero. Perché siano davvero di ispirazione, però, bisogna presentarli, raccontarli e farli conoscere su più canali in maniera efficace.

Il team di Green Marketing Italia affianca le aziende che vogliono comunicare al meglio le proprie buone pratiche. Inoltre, stiamo creando una rete di imprese che condividono gli stessi valori in tema di sostenibilità: Green Marketing Italia Community.

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