Favini è un’eccellenza italiana nel settore della produzione della carta che fin dagli anni ’90 si è impegnata a fondo per la sostenibilità.

La storica azienda vicentina ha investito negli anni per ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi e ha promosso progetti internazionali di sviluppo sostenibile. In più, porta avanti da diverso tempo politiche per favorire il benessere delle proprie risorse umane interne: ne parliamo in questo articolo.

Favini e la sostenibilità

L’approccio alla sostenibilità di Favini riguarda diversi ambiti, anche se la maggior parte delle attività hanno a che fare con la sostenibilità ambientale.

L’azienda ha scelto di comunicarlo in modo evidente, fina dalla homepage del proprio sito web: “Dagli anni ’90 ci impegniamo per creare prodotti in sintonia con la natura, attraverso processi e materie prime più sostenibili, di alta qualità e gentili con l’ambiente”. Una definizione netta della propria mission, subito sostenuta con dati quantitativi:

  • più di trent’anni di esperienza nel settore dell’economia circolare;
  • sei carte innovative ed ecosostenibili in catalogo;
  • il 30% di donne in posizioni manageriali.

Favini investe nella sostenibilità agendo in particolare su un utilizzo ridotto o più efficiente delle risorse naturali. Per alimentare il processo produttivo, l’azienda ha bisogno di energia elettrica e di vapore, necessario nel processo di asciugatura della carta. L’impianto di cogenerazione interno produce entrambe le cose, con un’efficienza energetica maggiore del 50%, se paragonata alla maggior parte degli impianti.

Dal 2009 in poi, inoltre, Favini ha deciso di mettere in atto un programma di monitoraggio: l’azienda intende ridurre i propri consumi, che sono diminuiti del 5% in dodici anni (17% tenendo conto solo della componente elettrica). Il risultato è modesto solo in apparenza, considerando che il processo di produzione della carta consuma molta energia.

Infine, parte dell’energia consumata dall’azienda deriva dall’autoproduzione di energia idroelettrica: quella non utilizzata a fini produttivi è venduta al GSE.

Favini gestisce anche materie prime e rifiuti secondo criteri di sostenibilità. La cellulosa con cui si produce la carta Favini, ad esempio, è certificata FSC, COC o CW: tre standard internazionali riconosciuti che assicurano la gestione sostenibile delle foreste di provenienza. Il termine indica che le foreste non vengono sfruttate oltre i limiti o secondo pratiche illegali, ma anche che si garantisce l’equo trattamento dei lavoratori.

Per alcune linee di produzione, Favini ha scelto di non utilizzare cellulosa proveniente da alberi, preferendo invece biomasse non legnose rinnovabili. Un esempio? Piante come il bambù, a ciclicità annuale.

Il tipo di lavorazione a cui è sottoposta trasforma una parte della cellulosa (circa il 16%) in scarto: l’azienda la reimpiega nel processo produttivo, riducendo la produzione di rifiuti. E, a proposito di rifiuti, nel corso del tempo l’impresa è riuscita a ridurre la produzione di rifiuti pericolosi o nocivi. Prendendo come base di calcolo il 2009, anno in cui Favini ha avviato la propria azione di monitoraggio ambientale in ottica di sostenibilità:

  • La quantità di oli, fanghi e materiale assorbente conferita in discarica è diminuita del 50%;
  • I rifiuti recuperati sono aumentati del 36%.

L’azienda affronta anche il tema delicato dei consumi idrici secondo una prospettiva di sostenibilità. In un impianto di produzione della carta l’acqua serve a molti usi: per alimentare i processi produttivi interni l’azienda vicentina impiega acqua da pozzo, con un impatto ambientale ridotto rispetto all’acqua proveniente dall’acquedotto. Un impianto di depurazione efficiente, inoltre, tratta le acque in uscita dal processo produttivo prima che siano riversate nei fiumi

I progetti ambientali di Favini

Tra i progetti di sostenibilità promossi da Favini, due in particolare sono cresciuti e si sono consolidati negli anni.

Il primo è il progetto “Paper from our Echosystem“: grazie all’attività costante di ricerca e sviluppo interna, Favini è riuscita a creare alcune linee di carte realizzate in maniera decisamente ecosostenibile. La prima (e probabilmente la più famosa) è Alga Carta, prodotta fin dagli anni ’90 con le alghe infestanti raccolte nella Laguna di Venezia.

Altri prodotti, invece, prevedono l’uso di materie prime innovative e sostenibili diverse: la linea Crush, ad esempio, è realizzata con i residui della trasformazione di mais, uva, diversi tipi di frutta, caffè, cacao e altri residui vegetali. Le linee Remake e Refit, invece, sono prodotte con scarti dell’industria della pelle e tessile.

In sintesi, le carte ecologiche Favini hanno alcune caratteristiche in comune:

  • Sono prodotte con materie prime sostenibili alternative alla cellulosa da albero.
  • Le emissioni di CO2, che l’azienda si impegna a ridurre in tutte le sue produzioni, nelle carte di “Paper from our Echosystem” sono del tutto azzerate. Questo è reso possibile dall’efficientamento dei processi, combinato ai meccanismi di acquisto di crediti CO2, quando non si può fare altrimenti.
  • Per la loro produzione, l’azienda impiega esclusivamente energia prodotta da fonti rinnovabili.
  • Ogni linea di carta “Paper from our Echosystem” è del tutto riciclabile e biodegradabile.

Il progetto Voiala, invece, è partito nel 2005 e coinvolge un’area rurale del Madagascar. L’iniziativa promuove il rimboschimento di alcune delle foreste del paese e sostiene la comunità di agricoltori del villaggio di Sahavandronina. In questa regione la deforestazione ha colpito in special modo le vicine colline. I campi, inoltre, coltivati in modo poco sostenibile, non producevano più nulla.

Attraverso l’attività di rimboschimento e la formazione degli agricoltori, l’insediamento ha ripreso vita. Favini, inoltre, protegge dallo sfruttamento oltre 2mila ettari di foresta vicina al villaggio e favorisce la diversificazione economica promuovendo forme di ecoturismo e l’avvio dell’apicoltura.

L’attenzione alle persone

Sostenibilità ambientale e sociale, dunque: ma Favini, come altre aziende, sviluppa anche iniziative in tema di welfare e benessere per i propri dipendenti.

In questo ambito, come abbiamo già messo in evidenza, il primo dato che colpisce è la presenza del 30% di donne in posizioni manageriali, grazie anche a iniziative per favorire la conciliazione tra vita professionale e vita privata. Negli scorsi anni, l’azienda ha anche organizzato alcuni open day, dando la possibilità ai bambini dei dipendenti di passare una giornata in cartiera.

Oltre alle certificazioni in materia di salute e sicurezza, su cui l’azienda ha iniziato a lavorare fin dagli anni 2000, Favini promuove il coinvolgimento attivo dei lavoratori su tali temi. Non solo formazione obbligatoria prevista per legge, ma anche incontri periodici di monitoraggio e sensibilizzazione: una strategia che funziona, se si considera che il 25% dei dipendenti ha deciso di seguire corsi non obbligatori in tema e si è offerto volontario per far parte delle squadre di emergenza interne.

La sensibilizzazione dei dipendenti, però, è un obiettivo aziendale anche su altri fronti. Ad esempio, sono diverse le iniziative di formazione in materia ambientale: tra le più significative, quelle per sensibilizzare i dipendenti sull’uso corretto e sostenibile delle risorse, prima fra tutte la risorsa idrica.

Nel 2022 Favini ha presentato il proprio Manifesto: un documento che identifica i valori su cui si basa l’attività dell’azienda. L’attenzione alle persone emerge in più punti, dall’attenzione alla collaborazione tra colleghi ai rapporti con tutti gli attori con cui l’azienda entra in contatto.

Ancora una volta, però, sono i numeri a rendere la dimensione di un impegno: nel triennio 2018 – 2020 le dimissioni volontarie sono state in media meno dell’1%. Meno di sei persone l’anno su 600 dipendenti hanno deciso di lasciare l’azienda: un dato importante per misurare la bontà del clima aziendale e il benessere di chi ci lavora.

Favini si impegna per la sostenibilità da molto tempo: ma non è mai troppo tardi per incominciare. Vuoi investire nella sostenibilità della tua impresa? Contattaci: noi di Green Marketing Italia siamo pronti ad affiancarti.