Il report di sostenibilità è un documento importante per le aziende che intraprendono un percorso di green marketing. Si tratta di un rapporto in cui le imprese danno conto di ciò che hanno realizzato per migliorare le loro prestazioni in termini di sostenibilità.

In questo articolo vedremo più nel dettaglio che cos’è un report di sostenibilità, che tipo di ambiti può interessare e come fare per prepararlo.

Cos’è il report di sostenibilità

Nel report di sostenibilità, in sintesi, le aziende presentano le azioni sviluppate per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica nel corso di un anno e i risultati raggiunti.

Ѐ un documento significativo, sia per verificare internamente l’andamento delle attività di green marketing e sostenibilità, sia verso l’esterno. Infatti:

  • Permette all’azienda di valutare i progressi compiuti in dodici mesi, grazie alle descrizioni di quanto realizzato e, soprattuto, ai dati e alle cifre che danno la misura dei risultati raggiunti.
  • Ѐ uno strumento importante per far conoscere ai diversi soggetti con cui l’impresa entra in contatto i valori e le azioni concrete portati avanti in tema di sostenibilità. Clienti, partner di business, fornitori, enti e associazioni del territorio, potenziali collaboratori dell’azienda: gli attori interessati all’impegno per la sostenibilità di un’azienda sono più di uno.
  • Di conseguenza, è anche uno strumento di comunicazione trasparente e digital branding, se l’azienda decide di raccontarlo sul proprio sito web, sui canali social, nelle fiere e negli eventi a cui partecipa. Un’azione di questo tipo porta vantaggi all’impresa in termini di immagine, visibilità, avvio di nuove collaborazioni.
  • Consente all’impresa di programmare le azioni future per migliorare ancora le proprie performance di sostenibilità. In effetti, come vedremo, nelle sezioni conclusive di un report di sostenibilità le imprese dichiarano anche quali sono le loro priorità future sul tema.
  • Serve anche come strumento per rafforzare l’impegno interno verso la sostenibilità. I risultati raggiunti, infatti, stimolano il management e i dipendenti a continuare a lavorare per sviluppare iniziative e investimenti sostenibili.

L’ultimo punto sposta l’attenzione su altri due elementi fondamentali: il coinvolgimento delle risorse interne e la necessità di individuare degli indicatori che diano la misura dei risultati raggiunti. Di questo, però, parleremo più in dettaglio nell’ultimo paragrafo, dedicato alla preparazione di un report di sostenibilità.

Le tre dimensioni del report di sostenibilità

Lo abbiamo già ribadito più volte: sostenibilità non significa solo riduzione dell’impatto delle attività aziendali sull’ambiente. Le dimensioni della sostenibilità, infatti, sono più di una:

  • Ambientale. Ѐ la più nota e riguarda, come dicevamo, le azioni portate avanti per diminuire l’impatto sull’ambiente di una data attività. Può riguardare ovviamente diversi ambiti, dalla gestione delle abitudini di consumo in famiglia all’organizzazione di una città, fino – naturalmente – alle attività di un impresa.
  • Sociale. Ha a che fare con tutte le iniziative che riguardano il benessere della comunità e degli individui che la compongono. Gli eventi di raccolta fondi e sensibilizzazione, i progetti promossi dagli enti pubblici per migliorare la qualità della vita di soggetti fragili, come gli anziani, ad esempio, oppure le iniziative di associazioni ed enti formativi per promuovere il reinserimento lavorativo dei disoccupati sono tutti esempi di sostenibilità sociale. Anche le imprese possono farsi promotrici di progetti di questo genere, in collaborazione con altri attori. Oppure, possono decidere di sostenerli attraverso sponsorizzazioni, donazioni, forniture.
  • Economica. Riguarda la capacità di un sistema economico, grande o piccolo che sia, di produrre reddito e occupazione con costanza, salvaguardando il benessere delle persone coinvolte nel processo. Anche un’azienda è un piccolo sistema economico, che si relaziona con sistemi esterni di maggiori dimensioni. Di conseguenza, tutte le iniziative per assicurare un’attività stabile, promuovere l’occupazione e curare il benessere dei dipendenti sono legate alla sostenibilità economica.

Il bilancio di sostenibilità prende in considerazione tutte queste dimensioni. Potremmo definirlo come un rapporto riassuntivo che spiega come le attività d’impresa producono valore per l’economia, l’ambiente e le persone. Ovviamente, il documento si adatta di volta in volta alla realtà e alla dimensione dell’impresa che lo struttura.

Come prepararlo

Il report di sostenibilità, infatti, non è uno strumento rigido, con una struttura identica per tutte le imprese. Ogni report, per forza di cose, prende in considerazione ambiti, percorsi e iniziative differenti.

Nel corso del tempo, però, sono stati sviluppati diversi strumenti e metodi per preparare il bilancio di sostenibilità. Ecco dunque alcune indicazioni di massima su come procedere.

Un primo passo fondamentale è il coinvolgimento interno.  La direzione dell’impresa deve condividere con dipendenti e collaboratori l’impegno a portare avanti iniziative di sostenibilità: un percorso articolato ma che genera valore, e di cui si deve avere bene presente l’obiettivo.

Si passa poi all’identificazione degli ambiti di intervento più significativi per l’impresa e per tutti gli attori con cui collabora. Per raccogliere idee e opinioni a riguardo si posso utilizzare questionari, interviste interne, piccoli focus group. Una maniera per sistematizzare l’analisi è la matrice di materialità: un grafico che rappresenta l’interesse più o meno elevato e diretto dei diversi stakeholder in relazione agli ambiti di azione proposti.

Una volta individuati i settori in cui l’azienda intende sviluppare le proprie azioni di sostenibilità, il percorso entra nel vivo:

  • L’impresa prepara un piano d’azione strutturato, che identifica i diversi interventi da portare avanti in tema di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L’installazione di impianti per la produzione di energia pulita, la scelta di fornitori a loro volta attenti alla sostenibilità, l’introduzione di percorsi formativi o misure di flessibilità e conciliazione vita – lavoro per i dipendenti, il sostegno a progetti e iniziative sociali e culturali sono tutti esempi di attività possibili.
  • Ad ogni attività devono corrispondere uno o più indicatori di risultato: i cosiddetti KPI – Key Performance Indicators. Si tratta di indicatori che servono a dare la misura dei progressi compiuti, espressa di solito con un numero. Ad esempio, il numero di bottiglie di plastica non utilizzate grazie ai distributori di acqua collegati alla rete idrica installati, oppure il numero di partecipanti ad un’iniziativa di sensibilizzazione organizzata a livello locale, rispetto alle previsioni ipotizzate prima dell’evento. In uno degli ultimi articoli abbiamo parlato più nel dettaglio degli standard di indicatori di performance sviluppati a livello internazionale, adottati sempre più di frequente dalle aziende.
  • Monitorando gli indicatori identificati, si può dar conto dei risultati concreti raggiunti dall’azienda. I risultati del primo anno di attività saranno poi confrontati con quelli del secondo, in un percorso di miglioramento continuo.

Il report di  sostenibilità presenta i dati raccolti e il percorso intrapreso dall’azienda. Di solito è composto da queste sezioni, anche in ordine diverso da come le presentiamo qui:

  • Lettera agli stakeholder: un breve testo introduttivo, di solito a firma del presidente dell’azienda o dell’amministratore delegato, che presenta le ragioni per cui l’azienda ha deciso di intraprendere un percorso di sostenibilità.
  • Presentazione delle attività aziendali, come in un company profile dettagliato: valori, core business, risultati economici conseguiti, modello di business adottato, certificazioni ottenute.
  • Identificazione degli attori rilevanti con cui l’impresa si relaziona. Gli stakeholder comprendono anche i dipendenti interni, oltre ai clienti, ai fornitori, ai distributori. Sono attori rilevanti anche le  associazioni e gli enti con cui l’azienda entra in contatto, così come i media.
  • Modello di governance adottato, inteso come le modalità di organizzazione e coordinamento interno delle attività aziendali. In questa sezione sono descritti anche gli organismi di controllo e le procedure che regolano i flussi di lavoro.
  • Prodotti e servizi offerti, mercati di riferimento, in Italia e/o all’estero e modello di distribuzione adottato.
  • Eventuali iniziative e investimenti in ambiti particolarmente strategici per l’impresa, come ad esempio la ricerca e lo sviluppo tecnologico.
  • Descrizione dei principali ambiti di sostenibilità in cui l’azienda ha deciso di attivarsi e presentazione delle iniziative portate avanti. Ad ogni azione, dovranno corrispondere degli indicatori di performance e delle cifre collegate, per dare conto dei risultati raggiunti, anche in confronto all’anno precedente. A conclusione di questa sezione, di solito si inserisce anche la matrice di materialità.
  • Eventualmente, breve descrizione dei progetti che l’azienda intende portare avanti in futuro.

All’inizio del documento, oppure alla fine, l’azienda esplicita anche se gli indicatori di performance sono stati selezionati facendo riferimento a uno standard internazionale condiviso. Il GRI – Global Reporting Index è quello più diffuso, ma esistono anche standard diversi, come quelli dell’International Integrated Reporting Council o altri.

Il report di sostenibilità è un documento non obbligatorio per la maggior parte delle aziende: solo quelle di interesse pubblico e di maggiori dimensioni sono tenute a presentarlo.

Si tratta però di un documento che favorisce la trasparenza nella gestione delle attività di impresa e, come dicevamo, di uno strumento di comunicazione potente.

Vuoi intraprendere un percorso di sostenibilità per la tua azienda e comunicarlo al meglio? Contattaci: il team di Green Marketing Italia è pronto ad affiancarti.