Economia circolare: tutti ne parlano, ma cos’è davvero? Prendendola larga, potremmo definirla come un’alternativa più sostenibile al tradizionale modello lineare dell’economia, basato sulle fasi di produzione, consumo e smaltimento dei rifiuti.

L’economia circolare, infatti, propone un punto di vista più responsabile ed ecologicamente rispettoso sul ciclo di vita dei prodotti e delle risorse. Per quanto possibile, secondo la nuova filosofia, materiali, fattori di produzione e materie prime vengono riciclati, rigenerati o reimpiegati in nuovi processi.

In questo articolo vedremo meglio cos’è l’economia circolare, partendo da una definizione molto concreta. Parleremo poi dei vantaggi che questo nuovo approccio ha per le imprese. Infine, presenteremo alcuni esempi di economia circolare, in Italia e all’estero.

Economia circolare: tutti ne parlano, ma cos’è davvero? Prendendola larga, potremmo definirla come un’alternativa più sostenibile al tradizionale modello lineare dell’economia, basato sulle fasi di produzione, consumo e smaltimento dei rifiuti.

L’economia circolare, infatti, propone un punto di vista più responsabile ed ecologicamente rispettoso sul ciclo di vita dei prodotti e delle risorse. Per quanto possibile, secondo la nuova filosofia, materiali, fattori di produzione e materie prime vengono riciclati, rigenerati o reimpiegati in nuovi processi.

In questo articolo vedremo meglio cos’è l’economia circolare, partendo da una definizione molto concreta. Parleremo poi dei vantaggi che questo nuovo approccio ha per le imprese. Infine, presenteremo alcuni esempi di economia circolare, in Italia e all’estero.

Economia circolare: definizione

Per capire meglio cos’è l’economia circolare, partiamo dai concetti di base. L’economia circolare è un modello economico che mira a ridurre al minimo gli sprechi e a massimizzare l’efficienza nella gestione delle risorse.

Al centro di questo approccio c’è il concetto di “ciclo chiuso”, che si contrappone al tradizionale “ciclo aperto” dell’economia lineare. In altri termini, invece di essere eliminati come rifiuti al termine del loro ciclo di vita, materiali, scarti di produzione e oggetti vengono mantenuti nel sistema economico il più a lungo possibile. In questo modo, si riducono la domanda di nuove risorse e l’impatto ambientale.

Una definizione più operativa del concetto di economia circolare parte dall’analisi dei suoi obiettivi:

  1. Riduzione dello spreco: l’obiettivo primario dell’economia circolare è ridurre al minimo gli sprechi di materiali, energia e risorse. Un risultato a cui si può contribuire durante tutto il ciclo di vita di un prodotto, dalla fase di produzione fino al suo smaltimento o al suo riuso.
  2. Rigenerazione e riutilizzo: nell’economia circolare, si promuove il riutilizzo, la riparazione e il riciclo dei prodotti e dei materiali. Questo approccio incoraggia la rigenerazione delle risorse e prolunga la vita utile dei prodotti, riducendo la necessità di estrarre nuove risorse naturali.
  3. Design circolare: l’integrazione del concetto di economia circolare inizia sin dalla fase di progettazione dei prodotti. Gli oggetti devono essere concepiti con materiali riciclabili e sistemi modulabili, facilitando così il recupero delle risorse al termine della loro vita utile.
  4. Collaborazione e innovazione: L’economia circolare richiede una maggiore collaborazione tra aziende, governi, istituzioni e cittadini. L’innovazione è fondamentale per sviluppare nuove tecnologie e soluzioni che rendano possibile una transizione efficace verso questo modello. Abbiamo approfondito questo concetto anche in altri articoli, ad esempio quando abbiamo parlato del Green marketing Manifesto o quando abbiamo dato la definizione di Green Marketing.
  5. Economia delle prestazioni: spostarsi da un modello di economia basto sulla proprietà al concetto di utilizzo di un prodotto o servizio. L’azienda produttrice resta proprietaria del bene o del servizio e si occupa della manutenzione e dell’aggiornamento.
  6. Benefici economici e sociali: L’adozione dell’economia circolare può portare a una serie di vantaggi alle aziende e alla comunità: riduzione dei costi, maggiore efficienza, nascita di nuovi posti di lavoro. Ne parleremo meglio nel prossimo paragrafo.

La diffusione di questi principi ha anche portato all’adozione di sistemi di misurazione e certificazione dedicati. Il principale è la norma UNI/TS 11820, strutturata secondo le regole dell’economia circolare.

Alcuni dei concetti di cui abbiamo appena parlato sono decisamente innovativi e all’avanguardia e sono adottati da una minoranza di aziende. Altri invece si stanno diffondendo sempre di più, anche perché le imprese stesse si stanno rendendo conto dei vantaggi collegati.

I vantaggi per le imprese

Il nuovo modello economico, infatti, oltre a proteggere l’ambiente, riduce la dipendenza da risorse sempre più limitate, crea nuove opportunità di business e aumenta l’efficienza. I vantaggi per le imprese, infatti, sono più di uno, ed esaminarli ci fa capire ancora meglio cos’è l’economia circolare. In sintesi, le aziende hanno l’opportunità di:

  1. Ridurre i costi di produzione: passare a un modello circolare permette di ridurre i costi di produzione grazie al riutilizzo e al riciclo dei materiali. Utilizzando materie prime riciclate o rigenerate, le aziende possono evitare costi associati all’estrazione, alla lavorazione e al trasporto di nuove risorse.
  2. Aumentare l’efficienza energetica: l’economia circolare promuove l’adozione di tecnologie e processi più efficienti dal punto di vista energetico. Riducendo gli sprechi e ottimizzando l’uso delle risorse, le imprese possono diminuire il consumo di energia e abbassare i costi operativi.
  3. Innovazione e differenziazione: Abbracciare l’economia circolare può portare a un’innovazione significativa nei prodotti e nei processi aziendali. Le imprese che adottano pratiche sostenibili e offrono prodotti riciclabili o rigenerabili si differenziano dai concorrenti e attirano una base di clientela sensibile alla sostenibilità: ad esempio all’interno della Green Generation.
  4. Accesso a nuovi mercati: di conseguenza, le aziende che operano secondo principi circolari possono accedere a nuovi mercati e segmenti di clientela che esprimono una domanda crescente di prodotti e servizi sostenibili.
  5. Miglioramento della reputazione aziendale: un’azienda che opera davvero secondo i principi dell’economia circolare (tenendosi ben alla larga dal greenwashing) migliora la propria immagine agli occhi dei propri stakeholder. Parliamo di clienti e consumatori, ma anche dei dipendenti, degli investitori che scelgono sempre di più le imprese da sostenere secondo criteri ESG, della comunità. Le imprese percepite come sostenibili ottengono il supporto di chi entra in relazione con loro, consolidano le partnership di business e fidelizzano il cliente.
  6. Collaborazione e reti di valore: l’economia circolare incoraggia la collaborazione tra imprese, creando reti di valore che facilitano lo scambio di risorse e materiali tra aziende. Questi rapporti collaborativi portano ad un migliore utilizzo delle risorse e generano opportunità di business più ampie.
  7. Resilienza agli Shock Economici: con l’economia circolare, le imprese possono diventare più resilienti agli shock economici causati dalla volatilità dei prezzi delle materie prime. Essendo meno dipendenti dalle risorse ambientali di base, possono affrontare meglio le fluttuazioni del mercato e le crisi collegate.

Un elenco così lungo non vi ha ancora convinto? Vediamo allora alcuni esempi concreti di economia circolare.

Esempi di economia circolare

Parlare degli esempi di economia circolare vuol dire riprendere in mano la definizione che abbiamo dato all’inizio e individuare esempi di aziende che l’hanno applicata, in modo più o meno ampio.

Molti degli esempi di aziende che preparano il bilancio di sostenibilità di cui abbiamo parlato in questo blog lo hanno fatto. Ad esempio, tra le buone pratiche che abbiamo presentato ci sono:

  • OVS, che ha applicato i principi dell’economia circolare promuovendo la raccolta dei capi usati o investendo in ricerca su nuove fibre da materiale riciclato.
  • Lavazza, che promuove una gestione rigorosa dei rifiuti, favorendone il corretto riciclo. L’azienda, in più, ha dato vita a un’estesa rete di partenariati per promuovere il concetto di “sostenibilità di filiera”.
  • Levissima, impegnata da diverso tempo in progetti che promuovono il riciclo delle bottiglie di plastica come materia prima seconda.
  • Coop, che investe nella riduzione degli sprechi alimentari, in collaborazione con enti e associazioni dei territori in cui sono presenti i punti vendita.

Tutti questi casi di studio sono utilissimi per capire, concretamente, cos’è l’economia circolare. Altre aziende, però, si sono impegnate negli anni in progetti, investimenti e iniziative collegate al tema.

Fater Spa, azienda italiana che produce pannolini per bambini a marchio Pampers, per esempio, ha sviluppato il progetto “Pampers nuova vita a Verona“. L’iniziativa prevede il recupero dei pannolini usati, che altrimenti sarebbero destinati alla discarica, per trasformarli in materiale da utilizzare in altre produzioni (compreso il settore dei mobili per bambini).  Da 1 tonnellata di pannolini si ricavano:

  • 150kg di cellulosa;
  • 75kg di plastica
  • 75kg di polimeri super assorbenti.

In questo modo, l’azienda promuove un ciclo chiuso di produzione e riciclo, riducendo gli sprechi e l’impatto ambientale.

Un’altra azienda italiana che si è distinta per l’economia circolare è Enel, leader nel settore dell’energia. La principale azienda nazionale nel settore energetico ha proposto un progetto che ha come obiettivo il recupero e il riciclo dei vecchi contatori. Attraverso questo programma, Enel raccoglie i vecchi contatori, smonta i componenti e ricicla il materiale che sarà riutilizzato per produrre nuovi dispositivi.

Ogni nuovo contatore, infatti, comprende il 48% di materiali rigenerati e permetterà di:

  • risparmiare più di un chilo di materie prime;
  • evitare le emissioni di 7 kg anidride carbonica.

Il calcolo totale è stato effettuato da Enel tenendo conto di una vita media di utilizzo pari a 15 anni per ciascun dispositivo.

La tua impresa porta avanti pratiche di economia circolare che vuoi far conoscere? Contattaci: ti aiuteremo a definire e portare avanti una strategia di comunicazione su misura.