La green economy in Italia è in piena evoluzione. Alle buone performance fatte registrare in campo agricolo e nel settore dell’economia circolare si affiancano dati meno positivi riguardanti, ad esempio, le energie rinnovabili e il consumo di suolo.

Una cosa, però, è certa: l’imprenditoria italiana e il mondo delle imprese puntano sulla green economy, eccome. Sono ben 531mila le aziende che nel 2022 hanno investito nel settore, secondo i dati di Fondazione Symbola e Unioncamere.

In questo articolo analizzeremo meglio il contesto dell’economia verde in Italia con rilevazioni, dati ed esempi dal mondo delle imprese.

La Green economy italiana: il contesto

Lo spaccato più completo della situazione riguardante la green economy italiana emerge dalla Relazione sullo Stato della Green Economy 2022 presentata a novembre 2022 nel corso degli Stati Generali della Green Economy.

Il rapporto evidenzia dati positivi riguardanti le aree dell’economia circolare, dell’agricoltura biologica e, in parte, della mobilità sostenibile.

  • L’energia prodotta da fonti fotovoltaiche ed eoliche è in crescita. Un’altra fonte di energia rinnovabile, quella idroelettrica, è però in declino. Di conseguenza, si è registrato un calo nella percentuale delle rinnovabili sia sul consumo totale di energia, sia nel consumo elettrico. Nel corso del 2021, la domanda complessiva di energia da fonti rinnovabili ha fatto segnare un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, poiché i consumi totali di energia sono saliti, la percentuale di energia rinnovabile nel consumo finale ha subito una riduzione, passando dal 20,4% nel 2020 al 18,9% nel 2021.
  • L’uso di materiali riciclati ha contribuito a mitigare la richiesta di materie prime vergini e alleviato le difficoltà legate ai costi elevati dei materiali. L’industria siderurgica italiana, ad esempio, ha segnato una crescita del 20% nella produzione rispetto all’anno precedente, con il 78% dell’acciaio proveniente dal riciclo di rottami ferrosi.
  • Le quantità di imballaggi introdotte sul mercato sono passate da 13,1 milioni di tonnellate nel 2020 a 14,3 milioni nel 2021 ma di pari aumento del 10,5% di quelli destinati al riciclo. Tuttavia, prospettando il 2023, si nota un calo nelle possibilità di collocazione dei materiali riciclati.
  • L‘agricoltura sostenibile, inclusa la viticoltura, sta facendo progressi significativi, anche paragonata ad altri stati europei. L’agricoltura italiana emerge infatti come una delle più ecocompatibili in Europa, generando 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente, contro le cifre di Francia (76 milioni), Germania (66 milioni), Regno Unito (41 milioni) e Spagna (39 milioni). Nel periodo dal 2011 al 2018, il settore ha ridotto l’impiego di pesticidi del 20%, una tendenza opposta a quella riscontrata in altri Paesi europei. Parallelamente, ha registrato incrementi sia nell’utilizzo che nella produzione di energie rinnovabili. Inoltre, si è verificata una significativa riduzione dei consumi d’acqua nel comparto agricolo.
  • Nel corso del 2022, l’Italia ha assistito a un aumento delle emissioni di gas serra del 6,8%. Il dato cancella gran parte della riduzione del 2020 frutto della pandemia e supera l’incremento del 6% registrato a livello europeo. Una situazione prevedibile, con la ripresa regolare della vita economica e sociale: il nostro paese, tuttavia, fa registrare dati peggiori rispetto ad altre nazioni.
  • Il problema del consumo di suolo è uno dei più gravi in Italia dal punto di vista ambientale,

Il quadro, di conseguenza, presenta luci ed ombre. Tuttavia la green economy italiana interessa in prima persona le aziende, che continuano a investire in tecnologie, processi e innovazioni sostenibili.

Dati e risultati

Il mondo imprenditoriale e industriale in Italia, infatti, sta progressivamente abbracciando la transizione verso la Green Economy. Nel corso del 2021, durante la fase di ripresa post-pandemia da Covid-19, si è registrato un aumento del 2,9% nel numero di imprese che hanno orientato i loro investimenti verso l’economia verde, passando dal 21,4% nel 2020 al 24,3% del 2021.

A dirlo è il tredicesimo rapporto GreenItaly, pubblicato a fine 2022. Il documento è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Fondazione Symbola e Unioncamere, con la partecipazione di attori come il Centro Studi Tagliacarne, Conai, Novamont ed Ecopneus. L’evoluzione coinvolge il 40,6% delle aziende operanti nel settore industriale e il 42,5% di quelle nel settore manifatturiero.

Tra i dati maggiormente significativi evidenziati nel report, che considera il periodo più ampio 2017 – 2021, si segnalano i seguenti:

  • 531.000 imprese hanno adottato tecnologie e prodotti orientati all’ambiente, registrando un aumento del 51% rispetto ai cinque anni precedenti (2014-2018).
  • le imprese che investono in soluzioni eco-sostenibili stanno ottenendo riconoscimenti nei mercati esteri: il 35% prevede un aumento delle esportazioni nel 2022, in contrasto con il 26% di quelle che non hanno adottato un modello di business improntato all’economia verde.
  • le stesse aziende registrano una crescita significativa nel fatturato (+49% contro +39%) e nelle assunzioni (+23% rispetto a +16%).

Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, interpreta questo cambiamento come un’accelerazione verso un’economia più attenta all’uomo, fondata sulla sostenibilità, l’innovazione e il coinvolgimento delle comunità e dei territori. Secondo Realacci, un contributo per rafforzare la Green Economy in Italia arriverà grazie alle misure e gli investimenti previsti nel PNRR, soprattutto in termini di transizione energetica.

Da questo punto di vista, il passaggio alla Green Economy in Italia sta portando a cambiamenti strutturali significativi nel panorama occupazionale. La green economy genera occupazione e nuovi posti di lavoro caratterizzati da:

  • salari adeguati,
  • condizioni di lavoro sicure,
  • stabilità occupazionale,
  • prospettive di carriera realistiche e diritti tutelati per i lavoratori.

In più, i posti di lavoro nel settore attirano talenti che, specie nelle generazioni più giovani e aperte al cambiamento, condividono i valori e gli obiettivi della sostenibilità ambientale. In questo senso, un’impresa attiva nella Green Economy in Italia ha ottime frecce al proprio arco per impostare una strategia mirata di employer branding.

Il recente Rapporto Censis-Confcooperative pubblicato a inizio 2023 anticipa che la green economy  genererà 500mila  nuovi posti di lavoro entro fine danno. Questo significa che il 20% delle opportunità lavorative offerte dalle imprese italiane (una su cinque) saranno generata da aziende impegnate in pratiche eco-sostenibili.

Il quadro delineato dal Fondo Monetario Internazionale per l’Italia prevede un fabbisogno di 2 milioni e 542 mila nuovi posti di lavoro nel periodo 2019-2023. Non sorprende, quindi, che il comparto green, già motore del 2,4% del Pil, sia il settore più promettente  dell’occupazione italiana. Questo settore risponde in modo tangibile alla crescente richiesta di servizi e prodotti in sintonia con i principi della green economy e della green society.

Esempi di Green Economy in Italia

Negli ultimi anni, l’economia italiana ha registrato iniziative ed esperienze notevoli  attraverso progetti, iniziative ed imprese che si sono guadagnate un ruolo di primo piano nel settore della sostenibilità. Di seguito verranno presentati cinque esempi di eccellenza green in Italia.

  1. Enel Green Power: Enel è una delle principali aziende energetiche italiane, ma il suo ramo dedicato alle energie rinnovabili, Enel Green Power, sta diventando sempre più importante. L’azienda ha investito in grandi progetti di energia rinnovabile come parchi eolici e impianti solari fotovoltaici in tutto il paese. Un esempio? Il parco eolico di Gabbione, in Lombardia, uno dei più grandi d’Europa.
  2. Caviro Extra SpA ha realizzato il progetto “Lègami di Vite”, insieme a importanti aziende vitivinicole dell’Emilia Romagna. L’iniziativa investe nel recupero e nella valorizzazione dei sottoprodotti della viticoltura per trasformarli in biometano e materia prima per produrre energia verde. L’aspetto più innovativo è l’integrazione tra le diverse aziende per promuovere la gestione comune e circolare degli scarti.

  3. Conceria Nuvolari ha investito per creare un nuovo processo sostenibile per la concia della pelle. L’innovazione arriva dalla provincia di Fermo, cuore del distretto marchigiano della pelletteria. Il procedimento, denominato Nature-L, elimina l’utilizzo di metalli pesanti e di cromo nella fase di conciatura e consente la riduzione dei consumi di acqua. L’iniziativa è in tema con la mission e la vision dell’azienda che è una delle Società Benefit attive nelle Marche.

  4. Lagostina, azienda leader nella produzione di pentole in acciaio e alluminio, ha creato una nuova linea chiamata Rigenera Green. Le pentole della nuova serie sono interamente realizzate con alluminio riciclato. La linea comprende prodotti antiaderenti con esclusivo rivestimento Titanium performance, il top coat antigraffio rinforzato con titanio antiabrasione; padelle, wok e tegame sono inoltre dotati di Lagospot, l’esclusivo indicatore di temperatura che indica il momento ideale per iniziare la cottura.

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