Ancora oggi, a più di due anni dal lancio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il tema della sua efficacia per la tutela dell’ambiente rimane di grande attualità.

Questo è dovuto anche al fatto che almeno il 37% dei finanziamenti previsti dal PNRR per le imprese, la ricerca e il territorio è dedicata proprio alle misure per la sostenibilità ambientale: stiamo parlando di circa 70 miliardi di euro, dal 2021 al 2026.

PNRR e ambiente: le misure

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato avviato a partire dal fondo Next Generation EU, istituito dalla Commissione Europea per affrontare le conseguenze della crisi causata dalla pandemia del Covid-19 e avviare un percorso di ripresa.

Il percorso verso la realizzazione del PNRR ha preso ufficialmente il via nel 2020, con l’approvazione della proposta nel corso di un Consiglio Europeo straordinario a cui hanno partecipato i capi di stato e di governo dell’UE. Le risorse destinate a finanziare misure e azioni superano gli 800 miliardi di euro in sei anni. Questo risultato è stato reso possibile grazie a un innovativo meccanismo di condivisione del debito europeo, promosso dalle istituzioni dell’UE e dagli stati membri.

Per poter beneficiare di questi finanziamenti, che variano da paese a Paese, ogni stato membro ha elaborato il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto PNRR. Tra gli obiettivi prioritari comuni a tutti i piani, compreso quello italiano, figurano la transizione ecologica e la protezione del pianeta, ovvero la sostenibilità ambientale.

In particolare, la Missione 2 del PNRR mira a sviluppare una profonda trasformazione ecologica. Più nello specifico, l’obiettivo è quello di raggiungere, nel lungo periodo, la completa neutralità nazionale, azzerando o compensando le emissioni di carbonio.

Gli ambiti d’azione sono quattro:

  1. Promuovere l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare: questo primo aspetto è dedicato a incentivare pratiche agricole che minimizzino l’impatto sull’ambiente. Inoltre, mira a promuovere il concetto di circolarità nell’economia, riducendo gli sprechi e favorendo il riutilizzo e il riciclo delle risorse.
  2. Sviluppare l’energia rinnovabile, delle fonti energetiche a idrogeno, delle reti energetiche e della mobilità sostenibile. Questo secondo pilastro si concentra sulla promozione delle fonti energetiche rinnovabili, compreso l’idrogeno verde, e sullo sviluppo di una rete energetica efficiente, anche a livello locale. Inoltre, incoraggia l’adozione di soluzioni di mobilità sostenibile.
  3. Migliorare l’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. La terza componente promuove l’ottimizzazione dell’uso dell’energia nel settore pubblico e privato, in ambito produttivo, edilizio, gestionale. Di conseguenza, tra le altre cose, sostiene la riqualificazione degli edifici esistenti per renderli più efficienti e l’adozione di pratiche di edilizia sostenibile per le nuove costruzioni. In questo modo, l’Italia contribuisce anche ad attuare la “Energy Performance of Building Directive – Direttiva sulle performance energetiche degli edifici”. 
  4. Preservare il territorio e le risorse idriche. L’ultimo pilastro riguarda la salvaguardia e la gestione sostenibile del territorio e delle risorse idriche. In questo ambito, il PNRR investe per la protezione degli ecosistemi terrestri e acquatici e per la promozione di pratiche di gestione idrica responsabili.

Questi quattro ambiti di intervento costituiscono il cuore della Missione 2 del PNRR, contribuendo a realizzare una trasformazione significativa verso una società più ecologica e sostenibile. Concentriamoci ora, più nello specifico, sulle misure per la transizione energetica.

La via verso la transizione energetica

L’energia rappresenta una questione centrale all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano (PNRR). Le allocazioni finanziarie in questo settore sono notevoli e sono ripartite come segue:

  1. Energia Rinnovabile. Il PNRR prevede un investimento di quasi 6 miliardi di euro nell’energia rinnovabile, tra cui solare ed eolica. Queste tecnologie pulite contribuiranno in modo significativo a ridurre le emissioni di gas serra, portando l’Italia verso una maggiore indipendenza energetica. Quest’ultimo aspetto passa anche, ovviamente, per una maggiore diversificazione delle fonti energetiche disponibili.
  2. Mobilità Sostenibile. Il piano dedica 8,6 miliardi di euro per promuovere la mobilità sostenibile, compresi i trasporti pubblici ecologici e l’infrastruttura per veicoli elettrici. Gli investimenti si svilupperanno soprattutto a livello locale, e saranno co-gestiti in collaborazione con regioni, città metropolitane e comuni.
  3. Ricerca e Innovazione. Il piano prevede un investimento di 2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo nel campo delle energie pulite e delle tecnologie innovative. L’obiettivo è sostenere l’innovazione e stimolare la crescita dell’industria delle energie rinnovabili. Allo stesso tempo, il PNRR mira a rilanciare l’autorevolezza dell’Italia in questo settore in ambito internazionale.
  4. Efficienza Energetica. Con una dotazione di 3,5 miliardi di euro, il PNRR mira a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, sia pubblici che privati. Di conseguenza, tra le altre cose, sostiene la riqualificazione degli edifici esistenti per renderli più efficienti e l’adozione di pratiche di edilizia sostenibile per le nuove costruzioni. In questo modo, l’Italia contribuisce anche ad attuare la “Direttiva sulle performance energetiche degli edifici” dell’Unione Europea.

L’obiettivo finale dell’ultima misura è quello di contribuire a raggiungere il traguardo “emissioni zero” per tutti gli edifici esistenti entro il 2050. Un traguardo ambizioso, sviluppato per tappe, in cui gli interventi di efficientamento sugli edifici esistenti saranno registrati su un “passaporto della ristrutturazione. Questo documento è pensato per aiutare a pianificare interventi graduali fino ad azzerare le emissioni dell’immobile.

Il PNRR italiano non solo contribuirà a preservare l’ambiente, ma avrà anche un impatto positivo sull’economia. Si prevede, infatti, le misure per la salvaguardia del pianeta, e in particolare quelle relative a energia e transizione energetica, genereranno oltre 750.000 nuovi posti di lavoro nei settori legati alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica entro il 2026.

A questo proposito, tra le figure professionali maggiormente richieste, ci saranno anche una serie di profili innovativi che hanno a che fare con il tema dell’energy management. Le imprese faranno a gara per inserirle al proprio interno, anche attraverso azioni mirate di employer branding.

Le opportunità per le imprese

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), però è soprattuto un’importante occasione di sviluppo e crescita per le imprese italiane. Le aziende, specie le Piccole e Medie Imprese, potranno infatti sfruttare le opportunità offerte dai finanziamenti previsti dal piano per investire in tecnologie, innovazioni, trasformazioni di processo e prodotto. Uno scenario del tutto coerente con i principi del Green marketing Manifesto, di cui abbiamo parlato più volte.

Vediamo allora più nel dettaglio i meccanismi del PNRR a favore delle imprese che vogliono investire in sostenibilità e ambiente:

  • Criteri ESG e Finanziamenti a Fondo Perduto. L’adesione ai criteri ESG (Ambiente, Sociale e Governance) sta diventando sempre più importante per le imprese. Il PNRR italiano offre finanziamenti agevolati a fondo perduto per le imprese che integrano la sostenibilità ambientale nelle loro strategie di crescita e investimento. In molti casi questo tipo di misure è portata avanti in collaborazione con il sistema bancario, tramite istituti di credito convenzionati, o attraverso misure gestite da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.
  • Garanzie e Sostegno per la Partnership Pubblico – Privato. Il PNRR prevede anche opportunità per le imprese attraverso progetti di partenariato pubblico-privato con gli enti locali. Queste partnership possono riguardare progetti ambientali, come l’efficientamento energetico degli edifici pubblici o lo sviluppo di infrastrutture sostenibili.

Per tutti e due i filoni di intervento che abbiamo citato, il PNRR offre strumenti di garanzia pubblica. In questo modo, le architetture finanziarie a sostegno di progetti e investimenti potranno reggersi, anche a fronte di un orizzonte temporale di investimento medio – lungo.

  • Promozione della Ricerca Applicata in Collaborazione con le Università. Le imprese possono anche beneficiare dei finanziamenti dedicati alla ricerca applicata in collaborazione con le università. Questi progetti di ricerca possono essere anche co-finanziati dai programmi europei, come ad esempio Horizon Europe.

È importante sottolineare che il PNRR stanzia risorse ingenti per sostenere le imprese nel loro impegno a favore dell’ambiente. Secondo i dati del piano, sono previsti oltre 50 miliardi di euro di finanziamenti per progetti sostenibili. Trattandosi di una tematica trasversale, alcune misure sono attuabili anche al di fuori della “Missione 2” del PNRR già descritta.

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