PNRR e sostenibilità: un argomento che, a due anni dall’entrata in vigore del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza continua ad essere d’attualità. Sì, perché una bella fetta dei fondi stanziati dal PNRR per imprese, ricerca e territorio è dedicata proprio a misure per proteggere l’ambiente.

PNRR e sostenibilità ambientale

Facciamo un passo indietro e iniziamo spiegando cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tutto parte dal fondo Next Generation EU, istituito dalla Commissione Europea per mitigare le conseguenze della crisi legate al Covid 19 e avviare la ripresa.

Il nuovo strumento, condiviso e co-finanziato da tutti gli stati membri, non vuole essere solo un aiuto per ripartire. Next Generation EU, infatti, ha per obiettivo quello di promuovere un cambiamento profondo dell’economia europea e dei singoli stati, rendendola più sostenibile e inclusiva, oltre che più avanzata dal punto di vista tecnologico, in ambito digitale e non solo.

Il piano ha preso concretamente il via nel 2020, con l’approvazione della proposta nel corso del Consiglio Europeo straordinario di luglio, a cui erano presenti i capi di stato e di governo dell’UE. Le risorse destinate a finanziare misure, attività e azioni concrete tramite Next Generation EU superano gli 800 miliardi di euro in sei anni. Un risultato reso possibile da un innovativo meccanismo di condivisione del debito europeo da parte delle istituzioni UE e degli stati membri.

Per poter beneficiare dei fondi, ripartiti in misura differente tra i diversi stati, ciascun paese ha predisposto un proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: il PNRR, appunto. Ogni piano contiene:

  • misure per favorire le riforme economiche, giuridiche e sociali interne;
  • un programma dettagliato di investimento che contribuisca a raggiungere alcuni obiettivi prioritari comuni;
  • la pianificazione delle singole azioni e misure di finanziamento, indicando risultati da raggiungere e tempi di attuazione.

Tra gli obiettivi prioritari comuni a tutti i PNRR, incluso quello italiano, ci sono la transizione ecologica e la protezione del pianeta: in una parola, la sostenibilità ambientale.

Un obiettivo ambizioso, ma ben sostenuto dal punto di vista delle risorse.  Almeno il 37% dei fondi stanziati in ciascun PNRR, infatti, deve essere impiagato per attuare misure e interventi a favore della transizione ecologica e della biodiversità. Nel caso italiano, stiamo parlando di quasi 71 miliardi di euro da spendere entro agosto 2026. Si tratta di risorse da assegnare nell’ambito della priorità Transizione verde e green economy“.

Obiettivi e azioni

I fondi sono ripartiti in 108 diverse misure: 55 misure sono “verdi” al 100%, 53 al 40%. Questi dati, apparentemente in contrasto, sono semplici da spiegare. Il focus sulla sostenibilità ambientale, infatti, è comune e trasversale a diverse misure del PNRR: di conseguenza, anche azioni che non hanno direttamente a che fare con l’ambiente, come ad esempio quelle per la valorizzazione del patrimonio culturale, possono comunque avere una componente green.

Il PNRR è suddiviso in sei missioni principali. Di queste, tre riguardano interventi con impatto significativo proprio sulla sostenibilità:

  • Missione 1: innovazione per le imprese e le Piccole e Medie Imprese;
  • Missione 2: transizione ecologica nel settore pubblico e privato;
  • Missione 3: mobilità sostenibile, in ambito regionale, nazionale ed europeo.

Se proviamo a riorganizzare i diversi interventi previsti per tema, le categorie da considerare sono 4:

  1. Infrastrutture verdi e trasporti. 29 miliardi circa sono dedicati a investimenti e misure che finanziano la riqualificazione, la ristrutturazione e la nuova costruzione di edifici e infrastrutture pubbliche green. Quasi 34 miliardi serviranno a sostenere l’ammodernamento e la gestione del traffico ferroviario, anche lungo i grandi corridoi di trasporto europei, e il potenziamento delle tratte ad alta velocità. Oltre 7 miliardi, invece, finanzieranno progetti di mobilità urbana sostenibile: in questo ambito, l’Italia è prima in Europa per risorse stanziate.
  2. Efficientamento energetico. Parliamo innanzitutto di interventi per il miglioramento delle performance energetiche di edifici pubblici e privati. Ad esempio, l’ecobonus per le abitazioni, tema “caldo”, è sostenuto con 12 miliardi di euro. 2,1 miliardi, invece, finanziano interventi su edifici pubblici. Di questa linea tematica fanno parte anche gli interventi per l’efficientamento di impianti energetici, idrici e di stoccaggio, collegati anche alle smart grid.
  3. Energie rinnovabili: un tema che assorbe quasi il 14% delle risorse dedicate alla transizione verde nel PNRR. A fare la parte del leone, l’energia solare, con 4,6 miliardi destinati a costruzione e ammodernamento degli impianti. Più di 2,4 miliardi, invece, sono ripartiti tra progetti per biomasse, energia eolica e infrastrutture di ricarica elettrica.
  4. Prevenzione ambientale, cioè gli interventi per prevenire o far fronte a eventi quali inondazioni, incendi boschivi e simili. La cifra totale stanziata ammonta a 11 miliardi di euro e comprende anche iniziative di sensibilizzazione e sistemi digitali di coordinamento e gestione. In più, la misura finanzia anche le iniziative di ricerca e innovazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Le misure che abbiamo citato sono l’ossatura degli interventi del PNRR per la sostenibilità. Ora, invece, presenteremo le azioni rivolte nello specifico alle imprese.

Sostenibilità e PNRR: le misure per le imprese

Come abbiamo già detto, la transizione ecologica è una priorità per il PNRR. Un obiettivo da raggiungere anche attraverso l’evoluzione di processi e prodotti. Gli ambiti di applicazione per le imprese sono diverse: ricerca sui nuovi materiali, sistemi di riciclo e riuso delle risorse, soluzioni per ridurre il consumo energetico delle linee di produzione.

Il PNRR finanzia azioni specifiche per sostenere la transizione delle aziende verso la green economy. Si tratta di misure inserite, a vario titolo, nelle missioni del PNRR di cui abbiamo parlato poco fa. In particolare, tra gli interventi previsti:

  • Supporto alla creazione di filiere agricole sostenibili e intelligenti, dalla coltivazione alla trasformazione. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale del settore di produzione e trasformazione agricola.
  • Interventi di efficientamento energetico degli edifici. Tali iniziative, infatti, non riguardano solo edifici pubblici e case private ma anche sedi aziendali e stabilimenti industriali.
  • Sostegno alla ricerca pura e applicata in ambito green ed energetico. In particolare, il PNRR promuove progetti di collaborazione tra imprese, università e istituti di ricerca.

Il tipo di finanziamento offerto alle imprese può variare. Le risorse possono essere assegnate sotto forma di:

  • Finanziamento a fondo perduto, in percentuale variabile a seconda del tipo di misura, del progetto presentato, del territorio di riferimento. Si va da contributi minimi del 15- 20% a percentuali più altre, anche fino all’80%.
  • Finanziamento agevolato, a copertura del costo totale o di una parte del budget. In questo caso la somma va restituita, ma a condizioni favorevoli: preammortamento lungo, tassi inferiori a quelli di mercato, quote di finanziamento a tasso zero e via dicendo;
  • Garanzie: come misura di supporto per agevolare l’accesso a finanziamenti bancari.

Il caso più frequente, specie per i progetti più ambiziosi, è quello in cui i tre tipi di agevolazione si integrano all’interno dello stesso bando. Di conseguenza, una quota di fondo perduto potrà essere affiancata da finanziamenti agevolati e/o da garanzie.

Oltre alle misure di finanziamento diretto e ai contributi a fondo perduto in tema di sostenibilità , il PNRR premia i progetti in cui la componente green è presente, in qualsiasi settore. Diversi bandi pubblicati e di prossima uscita, infatti, includono tra i criteri di valutazione anche un punteggio “premio” con focus sulla sostenibilità dei progetti presentati.

Molti tra i bandi del PNRR in tema di sostenibilità, poi, prevedono anche attività di promozione e disseminazione all’interno dei progetti finanziati. Si tratta di un modo efficace per diffondere informazioni sulle azioni a favore dell’ambiente, ma che a volte mette in difficoltà le imprese.

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