Cos’è la green economy? Una parola che è entrata già qualche anno fa nella nostra vita quotidiana in più di un contesto. Ne sentiamo parlare quando i media danno spazio a progetti di innovazione sostenibile, è un concetto citato spesso dalle statistiche di mercato e nei report riguardanti borse e quotazioni, se ne parla analizzando le tendenze di consumo.

In questo articolo daremo qualche orientamento utile a capire cos’è la green economy. Esamineremo poi la situazione italiana del settore, attraverso i dati e le cifre del rapporto diffuso poche settimane fa durante glii Stati Generali della Green Economy. Infine, presenteremo alcuni esempi di green economy: perché un caso concreto vale più di mille parole.

Green Economy: cos’è

Per capire meglio cos’è la green economy partiamo da una definizione. Possiamo considerare la green economy come un modello di economia che vuole ridurre il proprio impatto sul pianeta, attraverso iniziative e investimenti che promuovono la sostenibilità ambientale. Tra queste, solo per citarne alcune, l’uso di energie rinnovabili, la riduzione dei consumi, il riutilizzo e il riciclo di rifiuti e scarti della produzione, in un’ottica di economia circolare.

Abbiamo utilizzato il termine “modello di economia”: un’ espressione che fa capire immediatamente la dimensione del fenomeno green economy. Parlare di un intero modello economico significa considerare tutti gli attori che ne fanno parte e le relazioni su cui si basa.

La green economy, infatti, coinvolge tantissimi soggetti:

  • Imprese piccole e grandi, che si rendono protagoniste del cambiamento promuovendo progetti e iniziative di sostenibilità ambientale
  • Enti pubblici, dai ministeri che definiscono le politiche e gestiscono i fondi pubblici all’Unione Europea, che recentemente ha aggiornato la tassonomia sulle attività sostenibili.
  • Banche e società finanziarie, che sempre più spesso decidono di sostenere progetti green, perché assicurano anche un ottimo ritorno sull’investimento
  • Istituti di formazione e centri di ricerca, che sovrintendono allo sviluppo di nuove conoscenze e contribuiscono alla loro diffusione
  • Consumatori, che scelgono sempre più spesso di modificare modelli di acquisto e comportamenti in direzione più sostenibile.

Attori diversi, che attraverso investimenti produttivi e di ricerca, formazione, politiche pubbliche e abitudini quotidiane perseguono l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale.

Le dimensioni del fenomeno sono rilevanti: solo nel nostro paese le aziende che hanno investito sulla green economy sono aumentate di quasi il 3%: dal  21,4% del 2020 al 24,3% del 2021. Considerando il periodo  2017-2021, le aziende che hanno acquistato tecnologie green, sviluppato nuovi prodotti o processi o reso più sostenibili prodotti già esistenti sono  state 531mila: il 51% in più rispetto al quinquennio 2014-2018. (Dati del tredicesimo rapporto GreenItaly, di Fondazione Symbola e Unioncamere)

Di conseguenza, in tutto il mondo si moltiplicano network, associazioni e organizzazioni che lavorano e investono sul monitoraggio delle attività di settore. Prime fra tutte, le attività d’impresa. In Italia a svolgere questo ruolo è il Consiglio Nazionale della Green Economy. L’ente, ogni anno, organizza gli Stati Generali della Green Economy, un evento che coinvolge i protagonisti della transizione ecologica e che si è svolto a novembre 2022. In tale occasione, è stato presentato il rapporto annuale di settore.

Il rapporto annuale sulla green economy in Italia

Partiamo dai dati positivi, che dimostrano come le aziende italiane hanno capito cos’è la green economy e vogliono contribuire ai suoi obiettivi. Secondo il Rapporto annuale sulla green economy in Italia, infatti:

  • il 55% delle oltre imprese intervistate, in un’ampia rilevazione condotta da Ernst&Young, ha già introdotto misure per migliorare l’efficienza nell’uso di acqua ed energia in ambito produttivo e industriale.
  • il 49% adotta metodi, processi e strumenti per una gestione più efficace dei rifiuti, fondata sui principi di riduzione e riciclo.
  • il 40% delle aziende valuta di introdurre altre misure entro i prossimi dodici mesi: in testa, investimenti sulle rinnovabili (34%) e sui cambiamenti di prodotto e processo (27%).
  • nel 2021 la ripresa economica post covid è stata significativa. Nonostante questo, il riciclo di materiali e la richiesta di materie prime vergini hanno subito un aumento contenuto: ciò significa che riciclo e riuso in Italia sono settori ormai maturi.

Il rapporto, però, evidenzia anche diverse criticità lungo il percorso che conduce alla transizione ecologica e al consolidamento della green economy. Ad esempio:

  • L’uso di energia da fonti rinnovabili è aumentato solo del 3% rispetto all’anno precedente, a fronte di un incremento molto marcato dei consumi di energia globale. Di conseguenza, la quota di energie green sul consumo finale è scesa dal 20,4% del 2020 al 18,9% del 2021.
  • In Italia il problema del consumo di risorse idriche persiste: basti pensare che degli oltre dieci miliardi di metri cubi di acqua potabile immessi nel sistema idrico, il 40% viene disperso.
  • Lo stesso si può dire per quanto riguarda il consumo del suolo: il 2021 ha fatto rilevare il consumo di suolo più alto del decennio: quasi 69,1 chilometri quadrati in più all’anno. Come dire: due città grandi come Ivrea o Pordenone.

Altre cifre che sorprendono non poco sono quelle relative alla comunicazione delle buone pratiche e degli investimenti in Green Economy portati avanti dalle imprese. Solo il 14% degli imprenditori comunica le azioni che sviluppa in tema di green marketing e transizione ecologica e solo il 18% ha in programma di farlo.

Un dato inatteso, se pensiamo che, per contro, l’87% dei consumatori è disposto a pagare un prezzo più alto per prodotti e servizi sostenibili, mentre l’83% è pronto a indirizzare i propri investimenti verso aziende virtuose o a lavorare per loro (dati ricerca Oracle 2021). Ѐ quantomeno strano che le aziende non diano visibilità ai loro sforzi per un’economia più sostenibile: se non altro per cogliere l’opportunità di intercettare nuovi target di mercato.

Buone pratiche ed esempi

Al contrario, il blog di Green Marketing Italia nasce anche per contribuire a dare visibilità e a comunicare gli esempi concreti di green economy. Stavolta non facciamo eccezione, presentandovi alcune buone pratiche tutte italiane.

Gli esempi hanno a che fare con uno dei cinque ambiti principali della green economy:

  • Green building e investimenti per l’efficientamento energetico e la diminuzione dei consumi in edifici pubblici e privati, civili e industriali.  
  • Aumento dei consumi di energia rinnovabile nel settore pubblico e privato.
  • Buone pratiche di economia circolare per il riuso e il riciclo di rifiuti urbani e industriali, materie prime seconde e scarti di produzione.
  • Rigenerazione urbana, per recuperare le aree dismesse, riqualificare e manutenere il patrimonio edilizio, investire in infrastrutture green e mobilità sostenibile.
  • Innovazioni di prodotto e processo, per rendere le attività manifatturiere più sostenibili ed eco compatibili

Tra gli esempi di green economy in Italia c’è senza dubbio il Comune di Capannori. La cittadina toscana, infatti, da oltre 15 anni porta avanti una serie di misure che, nel 2021, l’hanno portata diventare il primo comune a rifiuti zero in Italia. Dalle pratiche innovative di raccolta differenziata alle misure per promuovere il compostaggio e la pesatura dei rifiuti, famiglia per famiglia, l’amministrazione ha sviluppato una rete di relazioni e attività virtuose all’insegna della sostenibilità.

Sono diverse le start up che  hanno investito sulla proposta di prodotti nuovi sviluppati in chiave green: nel settore della moda sostenibile, ad esempio, troviamo Orange Fiber. L’azienda catanese produce tessuti brevettati ricavati da sottoprodotti dell’industria di trasformazione degli agrumi. La quantità di materiale di scarto recuperata, solo in Italia, arriva a 700mila tonnellate l’anno. Nel 2017 Salvatore Ferragamo ha realizzato una linea di capi di alta moda proprio in collaborazione con Orange Fiber.

Nel 2021 in Italia sono stati realizzati edifici sostenibili per una superficie di oltre 15 milioni di m2. Tra gli esempi più noti, c’è Open 336, un palazzo a zero emissioni di CO2 costruito a Milano dallo studio di architettura Park Associati. Questo edificio, in pratica, si comporta come se fosse un albero, filtrando l’anidride carbonica e rilasciando ossigeno nell’atmosfera. A renderlo possibile, un mix innovativo di tecnologie, tra cui il filtro Eco2Air, prodotto dal gruppo industriale Fervo. La sua particolarità? Ѐ un filtro prodotto utilizzando materiali biodegradabile, inclusi i fondi di caffè.

Tra i progetti innovativi per incentivare l’uso di energie alternative e rinnovabili c’è quello proposto da Kytenergy, L’azienda ha sviluppato un macchinario che consente di produrre energia grazie alle correnti dei venti in quota. Come? Grazie a una tecnologia simile al paracadute utilizzato per fare kytesurfing, che immagazzina l’energia del vento e la rende disponibile a terra. La macchina può essere usata anche in contesti critici, come quelli insulari.

La green economy è il settore del presente e del futuro: ma le buone pratiche di sostenibilità devono essere comunicate, e bene. Solo così, infatti, potranno raggiungere consumatori, investitori e aziende, generando nuove opportunità di business.

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