L’etichettatura ambientale degli imballaggi è un tema di cui probabilmente hai già sentito parlare. Sì, perché dal primo gennaio 2023 è entrata in vigore anche in Italia la nuova legislazione sul tema, rivista secondo le normative europee.

Di cosa si tratta? L’etichettatura ambientale degli imballaggi permette di “schedare” tutti gli imballaggi secondo precisi criteri, per facilitarne la gestione dopo l’uso. Di conseguenza, si rivolge sia alle imprese che ai consumatori finali.

Ne parliamo in questo articolo, per farti capire meglio cos’è, quali sono le novità introdotte nel 2023 e cosa comportano per le imprese in termini di obblighi e opportunità.

Etichettatura ambientale degli imballaggi: cos’è

L’etichettatura ambientale è una modalità di etichettatura degli imballaggi che permette di:

  • Indicarne la composizione di ciascuna confezione a livello di materiale;
  • Fornire precise indicazioni a consumatori e operatori incaricati, per gestirne la raccolta corretta, l’eventuale recupero o riutilizzo e infine lo smaltimento.
  • Di conseguenza, informa sulla destinazione finale degli imballaggi, una volta diventati rifiuti.

I primi passi verso l’adozione di queste misure sono stati fatti con il decreto legislativo n.116 del 3 settembre 2020. La norma, infatti, prescrive che “tutti gli imballaggi siano opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea.

Secondo la normativa entrata recentemente in vigore, le informazioni richieste devono essere posizionate su tutti gli elementi di imballaggio che possono essere separati a mano. Di conseguenza, la troverai ad esempio su:

  • Ogni componente che può essere isolata manualmente: tappo, pellicola adesiva, nastro.
  • Corpo principale dell’imballaggio: scatola, sacchetto, bottiglia.
  • Etichetta adesiva già esistente, eventualmente da integrare con le informazioni mancanti.

Se l’imballaggio ha una dimensione o una struttura tale da rendere impossibile l’etichettatura, la legge permette di utilizzare soluzioni alternative. Ad esempio, il QR code, oppure un’app dedicata.

La norma non dà specifiche indicazioni sulle modalità di etichettatura: ogni azienda produttrice può regolarsi come meglio crede: di conseguenza, non è obbligatorio che ci sia una vera e propria “etichetta”, magari la classica etichetta adesiva.

I dati richiesti, infatti, si possono anche stampare direttamente sull’imballaggio, o fornire in uno degli altri modi a cui abbiamo già accennato. L’importante, tuttavia è che le informazioni obbligatorie previste  siano presenti: nel prossimo paragrafo vedremo quali sono, oltre a esaminare le novità più importanti della normativa 2023 sull’etichettatura ambientale.

La normativa 2023

La normativa entrata in vigore il primo gennaio 2023 indica con chiarezza quali sono le informazioni obbligatorie da fornire per una corretta etichettatura ambientale degli imballaggi. Nello specifico, se l’imballaggio è destinato al consumatore finale nel circuito BtoC nella grafica delle etichette vanno indicati:

  • il tipo di imballaggio, descritto in forma scritta per esteso o identificato tramite rappresentazione grafica. Esempi di diciture utilizzabili sono ad esempio “sacchetto”; “bottiglia”; “involucro”
  • il materiale usato identificato con precisione da un codice alfanumerico, secondo quanto previsto dalla Decisione 97/129/CE). Tale codice può anche essere integrato con le icone previste dalle diverse certificazioni obbligatorie applicabili ai vari materiali: ad esempio la UNI EN ISO 1043-1:2002 per la plastica oppure la CEN/CR 14311:2002 per gli imballaggi multimateriali;
  • l’indicazione sul tipo di raccolta, differenziata o indifferenziata, e la famiglia del materiale di riferimento (o del materiale prevalente) da considerare per la corretta raccolta dell’imballaggio. In caso di dubbio, per la seconda indicazione si può invitare il consumatore a conformarsi alle disposizioni in vigore presso il proprio comune. Di conseguenza, la dicitura potrà essere, ad esempio: “raccolta differenziata vetro” oppure “raccolta differenziata: verifica le disposizioni del tuo comune

Se invece la confezione non è destinata al consumatore finale ma ad un’impresa, attraverso il canale BtoB, è obbligatorio indicare solo il codice identificativo sul tipo di materiale usato.

Chi deve farsi carico della corretta etichettatura ambientale degli imballaggi, secondo le normative 2023? Ad esempio: a chi spetta l’etichettatura? All’azienda che produce i sacchetti o a quella che li utilizza per confezionare i biscotti?

La norma non lo indica espressamente, ma a questo proposito il MITE – Ministero per la Transizione Ecologica ha indicato che l’obbligo è a carico sia del produttore che dell’utilizzatore e che la responsabilità debba di conseguenza essere regolata da specifici accordi tra i due.

In ogni caso il produttore:

  • Dovrà fornire tutte le informazioni di base necessarie per procedere all’etichettatura ambientale degli imballaggi in modo corretto;
  • Ha l’obbligo di indicare la natura dei materiali costitutivi dell’imballaggio.

La normativa ha dovuto attendere quasi tre anni prima di entrare in vigore, nel 2023: gli operatori di mercato, infatti, hanno chiesto di prolungare il periodo transitorio per adeguasi alle nuove disposizioni. In più, ci sono stati ulteriori ritardi dovuti a rinvii e dubbi interpretativi. Ora però, la norma è operativa: con tutto ciò che essa comporta per le aziende.

Sfide e opportunità per le imprese

L’etichettatura ambientale è un passo avanti concreto verso la sostenibilità ambientale, anche a livello di filiera. Certo, per le imprese ciò significa dover modificare in parte la propria attività quotidiana:

  • Le imprese che producono confezioni e imballaggi dovranno essere pronte a fornire tutte le indicazioni richieste dai loro clienti perché questi ultimi possano rispettare le prescrizioni della legge.
  • Le aziende che utilizzano gli imballaggi, di concerto con i produttori, dovranno prevedere sistemi di stampa, etichettatura o altri metodi per far arrivare al consumatore finale

Dal punto di vista del consumatore, la nuova normativa risponde alle esigenze manifestate dai clienti delle imprese. Gli esempi di sostenibilità ambientale non mancano sul mercato, ma una normativa come quella di cui stiamo parlando introduce obblighi che tutte le imprese devono rispettare e che hanno un impatto diretto sulla raccolta, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti.

Per le imprese, tuttavia, oltre agli obblighi ci sono anche diverse opportunità. La normativa, infatti, indica le informazioni obbligatorie da inserire nelle etichettatura ambientale degli imballaggi, ma non pone limiti all’inserimento di eventuali informazioni facoltative. Di conseguenza le aziende possono integrare i dati previsti con altri dettagli. Ad esempio:

  • un’immagine o un logo legato al il brand,
  • un QR code che rimandi a informazioni strategiche presenti nel sito aziendale. Ad esempio, quella dedicata ai bilanci di sostenibilità o all’impegno per l’ambiente dell’azienda.

Da questo punto di vista, l’etichettatura ambientale può diventare anche uno strumento di comunicazione e green marketing strategico per le imprese, diffuso su ampia scala.

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