Gli standard GRI sono criteri comuni riconosciuti a livello internazionale per valutare la sostenibilità di imprese, istituzioni e associazioni. A svilupparli è la Global Reporting Initiative, un ente con sede a Boston che da oltre 25 anni lavora per creare un sistema che consenta a organizzazioni di vario genere di monitorare le loro performance di sostenibilità.

Gli standard GRI sono solo uno degli strumenti che l’ente mette a disposizione: si tratta però dello strumento più diffuso e applicato. In questo articolo lo presenteremo nel dettaglio.

Cosa sono gli standard GRI

In parole semplici, gli standard GRI sono parametri per valutare, quantificare e migliorare i risultati in termini di sostenibilità delle organizzazioni. Si tratta di criteri:

  • Condivisi: nel tempo, gli standard GRI sono diventati lo strumento maggiormente diffuso a livello internazionale per le valutazioni di sostenibilità, soprattutto per le imprese. A testimoniarlo, il fatto che moltissime aziende li utilizzano nell’ambito dei bilanci di sostenibilità o dei report di sostenibilità per dare una dimensione concreta e misurabile alle azioni e agli investimenti che sviluppano.
  • Univoci: si tratta di parametri univoci applicabili a tutte le organizzazioni. Come vedremo in seguito, tuttavia, ciò non impedisce di utilizzarli in modo flessibile.
  • Multidimensionali: gli standard GRI non considerano un solo ambito di attività per misurare le performance di sostenibilità. Come abbiamo più volte ripetuto, infatti, la sostenibilità comprende i temi ambientali, ma anche l’inclusione sociale, il benessere dei lavoratori, la sostenibilità economica e gestionale e l’organizzazione interna di aziende ed enti.
  • Comprensibili: gli standard GRI sono facilmente comprensibili anche dai non addetti ai lavori. Proprio per questo sono un ottimo strumento di comunicazione: immediato, facile da capire,

Dal punto di vista operativo, gli standard GRI comprendono:

  • Gli standard universali, GRI 101, 102 e 103, che dal 2023 diventeranno standard GRI 1, GRI 2 e GRI 3. Si tratta di una serie di criteri generali che tutte le organizzazioni che applicano i GRI standard devono seguire.
  • Gli standard di settore, attualmente in fase di revisione, relativi ai diversi settori di attività di imprese e organizzazioni.
  • I topic standard, divisi in tre ambiti : economia (GRI 200), ambiente (GRI 300) e sociale (GRI 400). Ad essi si aggiungono

I topic standard prendono in esame diversi indicatori:

  • GRI 200 – Economia: risultati economici, posizionamento e presenza sul mercato, rapporti con i fornitori, rispetto dei principi anticorruzione e di libera concorrenza, regolarità contributiva e fiscale;
  • GRI 300 – Ambiente: materie prime impiegate, uso delle risorse energetiche e ambientali, rispetto della biodiversità, valutazione di scarichi ed emissioni inquinanti, compliance ambientale, valutazione dei fornitori.
  • GRI 400 – Sociale: politiche di promozione dell’occupazione, condizioni di lavoro, relazioni tra management e risorse umane, salute e sicurezza di lavoratori e clienti, politiche di marketing e labelling, rispetto della privacy interna ed esterna, impatto e relazione con la comunità locale.

A loro volta, questi temi prevedono una serie di criteri molto specifici da valutare, con indicatori numerici collegati. Aziende, enti ed organizzazioni, a seconda delle tematiche di interesse per la loro attività, scelgono uno o più standard secondo cui valutare le proprie performance di sostenibilità.

Tali valutazioni sono il punto di partenza per dar conto delle iniziative e dei progressi compiuti in tema di sostenibilità. Proprio per questo sono uno dei pilastri del bilancio o report di sostenibilità.

Gli standard GRI e il bilancio di sostenibilità

Uno degli strumenti più efficaci a disposizione di un’impresa che vuole comunicare le attività virtuose che sviluppa per l’ambiente, la comunità e le persone è il bilancio di sostenibilità.

Di solito i report di sostenibilità più completi includono una tabella riassuntiva che, per ciascun ambito di azione, descrive in sintesi le attività sviluppate e i risultati conseguiti, in termini qualitativi e quantitativi. Molto spesso i criteri di valutazione utilizzati in questo schema sono proprio gli standard GRI.

Ѐ la stessa Global Reporting Initiative che detta le linee guida per la rendicontazione: gli standard GRI 100, infatti, indicano i principi da seguire per redigere un report efficace. Le indicazioni di base includono:

  • Coinvolgimento degli stakeholder. Un report di sostenibilità completo deve prendere in considerazione le relazioni con tutti i portatori di interesse con cui l’impresa ha a che fare, internamente ed esternamente. Fornitori, clienti, investitori, enti e associazioni, ma anche dipendenti e collaboratori. Idealmente, un campione rappresentativo degli stakeholder dell’azienda dovrebbe essere coinvolto nella fase di raccolta di dati e informazioni alla base del report.
  • Contesto di sostenibilità. Il perimetro dell’azione di sostenibilità deve essere chiaramente definito. Per questo, devono essere indicati con chiarezza gli indicatori utilizzati e il loro ambito di applicazione in relazione all’attività d’impresa.
  • Completezza e rilevanza. La scelta degli standard GRI da considerare deve essere rilevante per le azioni intraprese dall’azienda. Ciascun aspetto significativo deve essere esaminato in ogni elemento, per rendere il report quanto più esaustivo possibile.
  • Qualità del documento. Qui i parametri in esame sono più di uno: accuratezza della misurazione, chiarezza e affidabilità del contenuto, equilibrio tra le diverse sezioni del documento, attualità delle informazioni contenute, comparabilità di un report rispetto allo stesso documento dell’anno precedente.

Come ogni standard di valutazione applicato nel tempo e condiviso ad ampio spettro, anche i criteri GRI si sono evoluti nel tempo. In questo modo, hanno potuto rispondere meglio ai cambiamenti economici e organizzativi globali, rimanendo uno strumento fruibile per aziende e organizzazioni. L’ultima revisione è recente e risale alla fine del 2022

Le innovazioni più recenti

Alla fine del 2021, nel mese di ottobre, la Global Reporting Initiative ha rivisto gli standard GRI. Si tratta di un’evoluzione che ha l’obiettivo di consolidare lo strumento, rendendolo più trasparente e promuovendo una maggiore responsabilità per le organizzazioni che lo applicano.

I nuovi standard dovranno obbligatoriamente essere utilizzati a partire dal primo gennaio 2023: tuttavia sono molte le imprese che già hanno iniziato a conformarsi all’evoluzione introdotta. Ma quali sono le principali modifiche nella nuova versione degli standard GRI? Vediamole insieme.

  • Gli standard 100, che abbiamo indicato come gli standard universali comuni a tutte le organizzazioni, sono stati sostituiti da GRI 1 – Principi fondamentali, GRI 2 – Procedure di trasparenza e GRI 3 – temi materiali.
  • Sulla base della revisione degli standard universali, sono cambiati anche i metodi di valutazione dell’impatto positivo o negativo, effettivo o potenziale che un’azienda può avere sull’ambiente, sulle persone, sulla comunità e, naturalmente, sul sistema economico in cui opera.
  • La matrice di materialità, che analizza quanto le azioni dell’impresa sono significative e per i diversi portatori di interesse, assume maggiore importanza. Anche perché la definizione di chi è “portatore di interesse” è ampliata, comprendendo sia gli stakeholder reali che quelli potenziali.
  • Anche il processo di due diligence è considerato tra gli elementi fondamentali dai nuovi GRI standard. Esso comprende tutte quelle attività che un’organizzazione o un’impresa mette in campo per individuare, valutare, prevenire o mitigare gli effetti negativi della propria attività.

Infine, i soggetti che decidono di applicare gli standard GRI dovranno conformarsi a tutti i requisiti previsti dai principi fondamentali riportati nello standard GRI 1, e non solo a una parte di essi, considerati obbligatori.

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