Sapevi che anche i siti web possono essere più o meno green? Detto in altre parole: i siti web inquinano, con buona pace di chi pensa che per ridurre l’impatto sul pianeta sia sufficiente premere l’acceleratore sul digitale.

In questo articolo ne parliamo spiegando in parole semplici cosa sono i siti web green e quali sono gli elementi su cui puntare per aumentare la sostenibilità di un sito. Come di consueto, presenteremo anche alcune buone pratiche: con più di qualche sorpresa.

Siti green: cosa sono

Partiamo da un dato: secondo le stime di websitecarbon ogni singola pagina web produce in media circa 5 grammi di CO2 per ogni visualizzazione. Se, ad esempio, consideriamo un sito che raccoglie 10mila visualizzazioni di pagina al mese, otteniamo 60kg di CO2 in un anno.

Il web design sostenibile si occupa proprio di progettare e sviluppare siti web green a ridotte emissioni inquinanti. I siti web sostenibili, infatti, sono realizzati adottando accorgimenti e utilizzando strumenti capaci di ridurre l’impatto ambientale.

Ma facciamo un passo indietro: da cosa dipendono le emissioni nocive per l’ambiente emesse dai siti web? Possiamo identificare due elementi principali:

  • I dispositivi che utilizziamo tutti i giorni per navigare sul web: pc, smartphone, tablet. Ogni device, ovviamente, genera emissioni di CO2 in quantità più o meno significativa.
  • I server e i data center che raccolgono i dati provenienti dall’attività di navigazione sul web. Anch’essi producono emissioni dannose e consumano molta energia: studi recenti indicano che entro il 2025 il 20% del consumo di energia e il 3% delle emissioni su scala mondale sarà causato proprio da server e data center.

Un sito web sostenibile agisce su questi fattori, per diminuire i consumi e l’impronta ecologica della navigazione degli utenti. Ma, lo abbiamo detto più volte, sostenibilità non è soltanto rispetto per l’ambiente. Un sito web sostenibili è anche:

  • Open e trasparente: chi naviga può controllare come vengono utilizzati i propri dati ed esercitare i diritti collegati;
  • Flessibile: navigabile ovunque e da chiunque;
  • Con contenuti non ingannevoli, che rispondono chiaramente alle necessità dell’utente.

Nel prossimo paragrafo vedremo più nel dettaglio quali elementi devono prendere in considerazione un professionista o un’impresa per sviluppare un sito web green.

Siti web sostenibili: elementi da considerare

Per migliorare le prestazioni di un sito web in termini di sostenibilità, le strategie più logiche sono quelle con un impatto diretto sui consumi energetici e sulle emissioni legate all’hosting o alla navigazione.

Prendiamo in considerazione il primo aspetto. Per ottenere un sito web più green, si può decidere di scegliere come fornitore un’azienda di hosting che si appoggia a data center sostenibili.

  • Tra le strategie messe in atto, secondo una ricerca dell’Università di Padova pubblicata a inizio 2022, figurano l’uso di sistemi di raffreddamento dei sistemi, la scelta di server a ridotto assorbimento di potenza e la modularizzazione dei data center.
  • Altre iniziative includono l’alimentazione dei data center con fonti di energia rinnovabili o il recupero e riutilizzo del calore estratto dai sistemi di climatizzazione.
  • Infine, nei limiti del possibile, si possono privilegiare servizi di hosting con sede vicina. Una scelta del genere significa che i dati transitano su un numero minore di dispositivi per arrivare a destinazione, riducendone l’impatto ambientale.

Se invece parliamo di web design sostenibile, ci sono diversi accorgimenti che chi sviluppa un sito web può adottare. Alcuni sono più semplici, altri più complessi, ma tutti lavorano nella stessa direzione: ridurre le emissioni e il consumo di energia prodotto dalla navigazione degli utenti. Ecco alcuni suggerimenti pratici:

  • Curare la UX experience, facendo in modo che chi visita il sito possa trovare le informazioni che cerca in modo logico e rapido. In questa maniera si riducono i tempi di navigazione e il numero di pagine caricate.
  • Progettare siti web responsible, con navigazione ottimizzata sia da desktop che da mobile. Un accorgimento utile è adottare l’ottica mobile first: sviluppare il sito pensando prima alla navigazione da mobile, privilegiando contenuti e funzionalità poco pesanti ed eliminando il superfluo.
  • Non esagerare con il caricamento di video e immagini e cercare di renderli meno pesanti possibili. Così facendo, non solo si riducono i consumi, ma si rende il sito più veloce e performate, anche dal punto di vista dell’ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca. Negli ultimi tempi si stanno diffondendo anche le immagini in formato WebP, che riducono notevolmente il peso delle immagini.

Secondo il principio di sostenibilità su più dimensioni, inoltre, per realizzare un sito web sostenibile si possono utilizzare strumenti di lavoro e soluzioni open sourceQuesto vale sia dal lato degli sviluppatori di siti, sia dal lato dell’utente.

Minore quantità di dati trasmessi, uso ridotto delle batterie, meno energia: sembrano elementi trascurabili, ma non lo sono su ampia scala. Pensate che, secondo i dati Censis, in Italia il numero di smartphone nelle famiglie ha superato quello delle TV: parliamo di 43 milioni di dispositivi.

PC e tablet, invece, sono diffusi nel 62,3% delle famiglie: se, in più, consideriamo che oltre il 10,6% usa anche le console dei videogame per navigare sul web, lo scenario si amplia ancora. In questo quadro, la diffusione su ampia scala dei principi di web design sostenibile può davvero fare la differenza.

Esempi e buone pratiche

Parlando di siti web green, esistono strumenti online che permettono di misurare rapidamente quanto un sito web è sostenibile. Tra questi, ad esempio, ci sono quelli messi a disposizione dalla Green Web Foundation o dai suoi partner certificati in tutto il mondo. Ad esempio, Piano D propone un calcolatore di impatto ambientale che può rappresentare un buon punto di partenza per valutare la sostenibilità di un sito.

Sono diverse le aziende, le associazioni e gli enti che hanno già investito in questo senso, rendendo i propri siti web più green. Tra gli esempi più efficaci c’è il sito di Samo Industries, importante gruppo industriale italiano che opera nel settore della ceramica e dell’arredo bagno.

Secondo i dati riportati dal database collegato al calcolatore di impatto ambientale di Piano D,  le emissioni di CO2 del sito web sono pari a 0,81g di CO2 per pagina visualizzata. Ciò significa che il sito inquina meno rispetto a oltre la metà dei siti valutati: e la cosa non stupisce, tenendo conto delle buone pratiche di sostenibilità promosse dal gruppo Samo.

A livello internazionale Dezeen, un magazine inglese del settore architettura e design, sta investendo molto nella decarbonizzazione del proprio sito web. Un percorso iniziato lo scorso anno che la rivista condivide con i propri lettori: “Abbiamo scoperto che il nostro sito produce oltre 19 grammi di CO2 ad ogni visualizzazione di pagina: 10 volte di più del valore medio. Vogliamo investire per ridurne l’impatto”.

Com’è andata a finire? A settembre del 2021 il magazine annuncia che le emissioni di CO2 sono state ridotte di oltre il 60% grazie a miglioramenti nei codici ed altri accorgimenti. Il progresso è stato verificato da un servizio esterno, Ecoping.

Infine, tra gli esempi virtuosi c’è anche quello di Volkswagen Canada: un sito creato appositamente per sensibilizzare i clienti canadesi sulla sostenibilità digitale. La scelta compiuta dall’azienda è coerente con le politiche di mercato adottate per il paese nordamericano, dove Volkswagen sta spingendo le auto elettriche e ibride. A livello di risultati, il sito web è più sostenibile del 99% dei siti testati dallo strumento di verifica Website carbon.

Hai mai pensato di ridurre le emissioni di CO2 del tuo sito web? Anche questo aspetto è un tassello in più verso la sostenibilità: contattaci e verifica con noi quali altri elementi puoi considerare nella tua strategia di green marketing.