L’industria della moda, soprattutto la fast fashion, è sotto la lente di ingrandimento per quanto riguarda la sostenibilità. Si ragiona su tessuti, su metodi di lavorazione, sui coloranti industriali,…

Lo studio di One Ocean Foundation, condotto attraverso un’analisi approfondita dei report di sostenibilità di 28 aziende del fashion, sostiene che rendere tutto più sostenibile è possibile purché ci sia un approccio olistico. Per questo propongono 7 punti:

1. Fare ricorso a una pianificazione strategica, definendo obiettivi concreti, implementando iniziative lungo tutta la value chain e monitorandone i risultati;

2. Adottare pratiche sostenibili in fase di coltivazione e produzione delle materie prime;

3. Ripensare il design e gli imballaggi, dalla progettazione alla produzione, fino allo smaltimento;

4. Migliorare la filiera logistica al fine di rimuovere le emissioni di CO2;

5. Sensibilizzare i propri clienti verso comportamenti di consumo sostenibili, attraverso modelli di business innovativi e precise indicazioni per la cura degli indumenti.

6. Svolgere attività di ricerca e sviluppo in ogni fase della value chain;

7. Garantire trasparenza e tracciabilità dei prodotti, favorire partnership virtuose e adottare standard e certificazioni per rafforzare e ufficializzare il proprio impegno in materia di sostenibilità.

Alcune aziende hanno quindi deciso di iniziare a ragionare sul proprio impatto ambientale partendo dalle scarpe.

ADIDAS ADDIO PELLE

Scarpe in pelle vegetale, ecco il nuovo piano di Adidas. Nel 2021 infatti verranno realizzate scarpe in pelle vegetale proveniente da funghi, create in collaborazione con la startup Bold Threads. Una conquista importante che vedrà il 60% dei prodotti dell’azienda tedesca composti da materiali riciclati e sostenibili.

Nello specifico le nuove scarpe non avranno alcuna differenza al tatto con quelle in pelle, ma saranno create grazie al micelio, il corpo vegetativo del fungo.

La campagna di comunicazione vede una scritta sulla scarpa che ricorda che il cambiamento climatico e sostenibile può avvenire soltanto con l’impegno di tutti, infatti scrive “this show alone will not save the planet”.

Coerentemente, lo stesso CEO Kasper Rorsted afferma: “l’impegno dell’azienda non rende solo Adidas più ecosostenibile, ma stimola anche lo sviluppo dell’intero settore”.

Oltre a questo materiale naturale, Adidas utilizza anche plastica riciclata raccolta sulle spiagge e regioni costiere. Solo nel 2020 questa operazione ambientale ha permesso di realizzare 15 milioni di scarpe.

Anche per l’iconica linea Stan Smith nel 2018 è stata pensata una soluzione alternativa alla pelle proveniente da una schiuma di alghe.

HM, BENVENUTI BANANI

La nota azienda svedese storicamente è stata attaccata per campagne di green washing proprio per il suo comunque far parte del settore fast fashion che per definizione non può essere sostenibile. L’affondo finale è avvenuto nel 2020 al Copenaghen Fashion Summit dove la CEO di HM non è riuscita a rispondere in maniera convincente all’incalzante co-fondatore di wrad – Start-up per l’innovazione sostenibile e il cambiamento sociale, Matteo Ward.

Forse frutto anche di quello scontro, oggi HM lancia una collezione di scarpe unisex fatta con Bananatex, un tessuto coltivato nelle Filippine, che deriva proprio dalle fibre del banane, creato insieme al brand londinese Good News.

Questo tessuto ha la caratteristica di essere impermeabile, resistente e durevole, volendo così comunicare un piccolo passo verso l’aumento del ciclo di vita dei prodotti e verso lo sfruttamento di risorse naturali. Infatti le coltivazioni filippine di Abacà non utilizzano pesticidi, fertilizzanti né acqua aggiuntiva, anzi questo tipo di coltivazione ha il vantaggio di contribuire al rimboschimento delle aree dell’ex giungla filippina e alla prosperità economica degli agricoltori locali.

Inoltre per la composizione di queste nuove calzature si sono usate anche suole in gomma riciclata, cotone riciclato e scarti di bucce d’uva di Vegea per le scarpe in simil pellame vegane.

Questa operazione si è basata proprio sulla ricerca di ridurre l’impatto sociale ed ecologico. 

QUAL É IL VERO CAMBIAMENTO?

La crescita nell’industria della moda è rivedere il significato di utili. Bisogna infatti considerare il costo umano, sociale e ambientale, tutte risorse che influenzano il bilancio finale.